L’attività sessuale può influenzare la performance sportiva?

Data:

27/06/2018

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Oggi analizzeremo come l’attività sessuale possa avere un effetto positivo o negativo sulla performance sportiva.

Nel mondo dello sport e dell’attività motoria, la maggior parte delle volte si segue un percorso che porta a duri allenamenti, alimentazione limitata, ore di sonno minime. Il tutto andrà a conseguire in una performance, se parliamo di uno sport dove è rilevante la competizione per prevalere sugli altri. È importante che questo percorso non venga influenzato da “fattori esterni” che possono compromettere la stessa performance.

Ed è per questo che moltissimi sportivi hanno l’interesse di valutare, se e come, il sesso può influenzare la prestazione.

Il nostro obiettivo nell’articolo di oggi è valutare se e come un atto sessuale è in grado di influenzare in maniera considerevole la performance sportiva e soprattutto dando per assodato che questo avvenga, chiedersi come sia possibile e attraverso quali processi il sesso condiziona la prestazione fisica. Il modo migliore per farlo è valutando gli effetti dello stesso sul metabolismo dell’uomo, considerando anche quelli che sono i risvolti ormonali sul corpo e indagando, come ultimo step, sulla tendenza dell’atto copulativo a ristabilire i livelli di stress; tenendo in considerazione che c’è un condizionamento bilaterale: il sesso infatti tende ad abbassare i livelli di stress, ma bisogna considerare anche l’influenza dello sport, soprattutto di alto livello sugli stimoli stressori.

Sesso e metabolismo

Il primo aspetto da considerare è la durata e l’intensità del rapporto sessuale. Infatti, gli “straordinari” a letto sono da evitare soprattutto se parliamo di un atleta d’elite che il giorno dopo o nei giorni a seguire, ha una gara.

In questo caso ci sono due aspetti da considerare. Se il rapporto va ben oltre quelle che sono le possibilità energetiche del soggetto, ma soprattutto se c’è una rinuncia ad alcune ore di sonno, si andrà incontro ad alcuni cambiamenti metabolici indotti dalla fatica che possono condizionare in maniera negativa la performance. Parlando invece del consumo calorico durante un rapporto, è relativamente basso; infatti considerando che la maggior parte dei movimenti sono monoarticolari, c’è un consumo maggiore in un riscaldamento con allunghi. Considerando invece i metaboliti energetici che vengono impiegati nel rapporto, il loro consumo non è in grado di condizionare la performance sportiva.

Si parla invece di un riscontro positivo, se parliamo dell’accoppiata sesso e sistema immunitario. L’atto sessuale infatti rappresenta una sorta di allenamento aerobico dove è reclutato il sistema cardiovascolare. Questo tipo di attività aerobica induce una riduzione dei mediatori chimici della flogosi e in contemporanea, un aumento del numero di leucociti. Dunque abbiamo una risposta immunitaria più efficiente e questo potrebbe portare ad un miglioramento della prestazione fisica.

L’attività di coppia inoltre porta anche alla produzione di endorfine che sono sostanze chimiche dotate di una potente attività eccitante. La loro azione ha diversi effetti sulla fisiologia umana, tra cui, azione analgesica, aumento dell’autostima, controllo dell’ansia e aumento della sensazione di benessere; tutto questo potrebbe aiutare a sopportare una maggior sensazione di stress dato dalla gara, soprattutto se parliamo di atleti di alto livello.

Gli effetti ormonali

I riscontri più forti però ce li abbiamo sotto il profilo ormonale. L’attività sessuale infatti causa la produzione e il rilascio di numerosi ormoni, tra cui adrenalina, testosterone, ormone della crescita anche chiamato GH e ossitocina. Ognuno di essi può essere importante se valutiamo i cambiamenti fisiologici prima della performance.

Nel caso di adrenalina e noradrenalina, le loro concentrazioni sono più alte post atto sessuale e questo spingerebbe la fisiologia verso delle condizioni metaboliche più adeguate per esercizi di forza e velocità.

Anche quando parliamo del testosterone, sappiamo che le concentrazioni di quest’ultimo sono maggiorate dopo il sesso con cambiamenti fisiologici che potrebbero portare ad un miglioramento delle funzioni cognitive, un eccitamento della funzione anabolica del corpo, un’ottimizzazione della funzione circolatoria e anche un ambiente fisiologico più pronto ad eseguire degli adattamenti allo stimolo allenante.

Maggiori concentrazioni di GH invece potrebbero indurre dei cambiamenti contrastanti. Se da un lato potremmo avere un miglioramento della performance dall’altro si potrebbero verificare dei cali neuromuscolari che potrebbero portare a un peggioramento dell’esercizio e soprattutto aumentare il rischio d’infortunio.

Un ultimo ormone da valutare è sicuramente l’ossitocina, anche chiamato ormone dell’amore. Viene prodotto dall’ipotalamo, la parte arcaica del cervello, che sovrintende a tutte le azioni istintive legate alla sopravvivenza. La sua produzione è legata a circostanze particolari e definisce vari livelli della risposta sessuale.

Come effetti sulla fisiologia ne possiamo riscontrare ben pochi, quello che dobbiamo tenere in considerazione è che aumentati livelli di ossitocina inducono dei miglioramenti sulla performance del gioco di squadra, ottimizzando quella che è la complicità e il legame tra compagni dello stesso team.

Stress e attività sessuale

Il sesso influisce anche sugli aspetti stressori dello sport.

Guardando l’immagine soprastante che rappresenta la correlazione tra i livelli di stress e la performance, possiamo affermare che per arrivare al giorno della gara in condizioni psicologiche perfette è necessario avere dei livelli di stress ottimali e cioè che non siano né troppo alti né troppo bassi. Considerando che l’attività sessuale abbassa i livelli di stress, dobbiamo sperare che il nostro atleta si trovi nella parte alta della curva per poi abbassarsi subito dopo l’atto riproduttivo.

Conclusioni

A prescindere dalle pregresse affermazioni possiamo dire che se l’atto sessuale viene svolto fino a dure ore prima della prestazione sportiva, non dovrebbero esserci significativi sconvolgimenti fisiologici da destabilizzare la performance; e semmai ci fossero verrebbero ristabiliti entro le due ore antecedenti la gara.

L’aspetto che più dobbiamo tenere in considerazione è sicuramente quello psicologico che può influenzare a sua volta l’assetto ormonale, la gestione della fatica e addirittura la motivazione.

In conclusione, analizzando una serie di studi, ed effettuando dei collegamenti indiretti, possiamo supporre che la ricerca non aggiunge niente di nuovo a ciò che il semplice buon senso può già svelare. Supponendo infatti che l’attività sessuale sia svolta almeno due ore prima della gara o della prestazione, possiamo affermare che con molta probabilità, gli eventi metabolici e fisiologici non possono essere intaccati, o per lo meno, se avviene un cambiamento, vengono ristabiliti valori che rientrano negli standard entro le due ore precedenti alla gara.

Tale intervallo di tempo infatti, è del tutto sufficiente a reintegrare ogni livello ormonale, a prescindere dal fatto che si parli di sesso maschile o sesso femminile.

Matteo Ambrosio
Note sull’autore
Laurea in  Scienze Motorie e Sportive UNIVAQ
Master in Personal Training, Performance, Kinesiology and Metabolic Disease

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