Volume load e volume load specifico per una determinata RM, sono solo alcuni dei metodi per oggettivare il carico di lavoro. In questo video, vedremo alcune delle tecniche più utilizzate per il monitoraggio del carico esterno nello sport.
Cos’è il carico di allenamento o training load
Nella moderna programmazione dell’allenamento, una delle principali necessità da parte di preparatori fisici e allenatori, risiede nel monitoraggio del carico di allenamento, anche conosciuto come training load.
Per carico di allenamento si intende qualsiasi carico sportivo e non sportivo che includa stimoli di tipo meccanico, psicologico e fisiologico che in qualche modo inducono nell’atleta degli adattamenti.
Il carico di allenamento tuttavia è dato dall’interazione tra due parametri: il carico esterno ed il carico interno.
Il carico esterno è rappresentato proprio dalle caratteristiche quantitative del carico fisico, come ad esempio il numero di serie di ripetizioni, l’intensità, la durata e molte altre ancora. Per quanto riguarda invece il carico interno questo è rappresentato dalla risposta fisiologica al carico esterno.
Ciò vuol dire che possiamo trovarci ad avere due atleti con lo stesso carico esterno, ad esempio a cui somministriamo uno stesso allenamento, ma che rispondono in maniera del tutto differente. Ecco perché dobbiamo essere in grado di monitorare sia il carico esterno che il carico interno. Questo ci permetterà di ottenere degli incrementi di performance in maggiore sicurezza ed evitare degli eventi spiacevoli come l’over training.
La progressione graduale del carico di allenamento, monitorando quelle che sono le abilità nel quantificare un carico esterno, permette dapprima di monitorare l’efficacia di un allenamento, ma anche di minimizzare il rischio di infortunio e di stilare dei programmi che siano specifici per i singoli atleti.
Come monitorare il carico esterno
Qualsiasi carico può essere oggettivato monitorando quelle che sono definite le componenti del carico fisico, distinte in componenti quantitative e componenti qualitative. Tra le componenti quantitative troviamo principalmente quattro parametri.
- La durata dello stimolo, anche conosciuto con il termine di time under tension;
- Il volume dello stimolo che descrive, invece, la sua durata o il numero di ripetizioni per le serie ripetute;
- La frequenza dello stimolo definisce quella che è la ripetizione dello stimolo a cadenza giornaliera o settimanale;
- La complessità dello stimolo, ovvero quello che è il grado di difficoltà tecnica o coordinativa di un determinato esercizio.
Per quanto riguarda le componenti qualitative, invece, troviamo:
- l’intensità, definita come la percentuale di impegno profuso dall’atleta rispetto alle sue capacità massimale;
- la densità dello stimolo che permette, invece, di definire quello che è il rapporto tra la fase di lavoro e la fase di recupero.
Approfondiamo, in questo video, come monitorare il volume di allenamento.
Buona visione!
Gabriele Dipasquale
Note sull’autore
Laurea in Scienze Motorie e Sportive (L-22) – Università degli studi dell’Aquila
Laurea Magistrale in Scienza e Tecnica dello Sport (LM-68) – Università degli studi dell’Aquila
Certificazione Self Myofascial Release Training Lab Italia
Certificazione Personal Trainer for Health
Articolista Training Lab Italia
Membro del Progetto University Lab
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