LE CAUSE DEL DOLORE AL COLLO NON HANNO A CHE FARE CON UNA CATTIVA POSTURA

Data:

31/03/2021

Indice degli argomenti

Se soffri di dolore al collo, non sei il solo. Il dolore cervicale è, infatti, una delle principali cause di disabilità in tutto il mondo e la sua insorgenza è aumentata notevolmente negli ultimi 25 anni.

La percentuale di risorse sanitarie, spese per chi soffre di dolore al collo, sta aumentando rapidamente. Questa sofferenza si riscontra già nei bimbi, aumenta durante l’adolescenza ed entro i 18 anni, la prevalenza del dolore al collo, equivale ai livelli degli adulti.

Questi disturbi sembrerebbero più comuni nelle donne e sono stati associati a diversi fattori biopsicosociali, come depressione e stress. Inoltre, ci sono altri fattori che incidono, quali il maggiore utilizzo del computer, lo stile di vita, fino ad arrivare alle cosiddette comorbidità (coesistenza di altre patologie) come il mal di schiena.

dolore al collo

 

MA TRA QUESTI FATTORI, QUANTO INCIDE LA POSTURA?

La posizione del collo, in particolare in posizione seduta, è considerata un fattore importante che contribuisce allo sviluppo e alla persistenza del dolore cervicale e del mal di testa. Coerentemente con questo, la posizione del collo è comunemente presa in considerazione dai clinici per prevenire e ridurre questi dolori.

La posizione del collo sul piano sagittale, in posizione seduta, è stata sempre studiata con una convinzione clinica comune: una postura del capo proteso in avanti, anteriore rispetto al tronco sul piano sagittale, è associata al dolore al collo e mal di testa.

Secondo tale opinione, la postura con il capo anteriorizzato rispetto al tronco sul piano sagittale, può aumentare il carico sulle strutture cervicali passive (articolazioni, legamenti) e sulla muscolatura posteriore cervicale e dorsale, portando ad un maggiore stress in allungamento (eccentrico) della muscolatura.

Sebbene questi meccanismi siano plausibili, il legame tra la postura del collo e dolore non è chiaro. Alcuni studi mostrano un’associazione, mentre altri sono nettamente contrari.

Per farla breve. Si dice spesso che ci sono “posture buone e cattive ” e che determinate posture possano contribuire al dolore cervicale, ma questa convinzione non è supportata da prove scientifiche.

 

LA POSTURA COME MITO

Sebbene le credenze sulla postura siano profonde, la scienza sta raccontando una storia molto diversa. C’è una forte sfida sul ruolo a lungo assunto dalla postura come causa del dolore al collo.

Un recente studio, su più di 1.000 adolescenti, non ha mostrato alcuna relazione statisticamente significativa tra postura e dolore al collo. In particolare, per condurre questa ricerca, sono state effettuate delle valutazioni posturali prendendo come marker alcuni punti di repere, per valutare l’allineamento del capo rispetto al tronco, seguendo la teoria di cui abbiamo parlato sopra.

Non solo, sembrerebbe anche che, se le persone si siedono in posizioni che variano da soggetto a soggetto, questo non avrebbe nulla a che fare con il dolore.

In effetti, da questo particolare studio risulta che la “postura” dell’adolescente ha più a che fare con il suo umore e lo stile di vita che con l’assetto posturale.

La ricerca ha anche dimostrato che cambiare il modo in cui ci si siede mentre si lavora o si studia, modificando la propria postazione di lavoro ( i cosiddetti “interventi ergonomici”), ha un impatto minimo o addirittura nullo sul fatto che una persona sviluppi dolore al collo.

In effetti, c’erano già poche prove scientifiche di qualità a supporto degli interventi ergonomici sui dolori cervicali.

Quando i ricercatori hanno seguito i gruppi di persone con e senza dolore, hanno deciso di vederci più chiaro. Hanno scoperto che quelli con dolore al collo avevano un sonno qualitativamente e quantitativamente scarso. Inoltre, erano anche quelli meno attivi fisicamente e risultavano avere un basso umore, tendente alla depressione.

In sostanza, il loro organismo è in forte stress e ciò si manifestava in una percezione di tensione muscolare a livello cervicale. È importante sottolineare che tutto questo è stato riscontrato prima ancora che il dolore si sia sviluppato.

I gruppi sono stati monitorati per ben quattro anni. Tra questi adolescenti, sintomi come stanchezza e difficoltà a dormire – insieme a mal di testa, dolore addominale e umore inferiore – erano fattori di rischio sia per l’insorgenza che per la persistenza del dolore al collo durante la settimana.

 

STRATEGIE DI INTERVENTO

Il rovescio della medaglia è che avere una muscolatura cervicale debole è un fattore di rischio di dolore al collo. Infatti, dalla letteratura emerge anche che esercizio e stile di vita attivo proteggono da queste problematiche e che non sono da imputare ad un mal posizionamento del capo come si pensava.

In tutto ciò, non dobbiamo dimenticare che una buona igiene ​​del sonno ed una corretta gestione dei carichi di lavoro, prevengono il dolore al collo con maggiore successo.

 

CONSIDERAZIONI FINALI

Possiamo dire che il dolore al collo è dato da diversi fattori: igiene del sonno, umore, stile di vita e stress da lavoro, e non da aspetti puramente posturali.

Dunque, sentiamoci liberi di cambiare posizione sulla nostra seduta. Evitiamo di adottare strategie ergonomiche che, ad oggi, non sono supportate dalla letteratura. Tuttavia, non tralasciamo aspetti salutari ben più importanti. L’esercizio fisico, un buon sonno ristoratore ed il rispetto di ritmi di vita più compatibili con il nostro organismo, non devono assolutamente mancare.

Dal punto di vista professionale, da sempre, noi di Training lab Italia proponiamo di inquadrare il soggetto in un modello Bio-pico-sociale, evitando di avere una visione puramente biomeccanica, perché gli elementi biologici non rispondono a leggi lineari.

Questi studi avvalorano la tesi per cui il corpo umano è un’entità unica costituita da diverse sfere che non vanno studiate separatamente.

Ragion per cui mi auguro che davanti a soggetti con tali problematiche non si cada nella banalità di dire: “hai una cattiva postura”!

 

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Dott. Marcello Di Finizio

Note sull’autore 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Straker LM, O’Sullivan PB, Smith A, Perry M. Computer use and habitual spinal posture in Australian adolescents. Public Health Rep. 2007 
  • Shahidi B, Curran-Everett D, Maluf KS. Psychosocial, Physical, and Neurophysiological Risk Factors for Chronic Neck Pain: A Prospective Inception Cohort Study. J Pain. 2015
  • Richards KV, Beales DJ, Smith AJ, O’Sullivan PB, Straker LM. Neck Posture Clusters and Their Association With Biopsychosocial Factors and Neck Pain in Australian Adolescents. Phys Ther. 2016
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