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drop jump

DROP JUMP: STRATEGIE DI ESECUZIONE E UTILIZZO NELLA PREPARAZIONE FISICA

Quando si parla di preparazione fisica, non si può non considerare la metodica della pliometria che ha un ampio spettro di applicazione, dalla prevenzione infortuni sino ad arrivare al condizionamento degli aspetti di potenza, soprattutto per sport in cui sono presenti lanci, salti e sprint. Oltre a questi, sono da considerare anche gli aspetti di economia del gesto di corsa, tutto questo agendo e sfruttando il ciclo di allungamento-accorciamento (SSC).   IL CICLO ALLUNGAMENTO – ACCORCIAMENTO Andando a riassumere velocemente lo SSC, lo conosciamo come un evento in cui ad un’azione muscolare eccentrica rapida si sussegue una “isometric amortization phase” ed un accorciamento, quindi un’azione muscolare concentrica. Questo processo si traduce in un maggior output di potenza, una maggiore produzione di forza concentrica dovuta ad alcuni meccanismi, tra cui l’utilizzo di energia elastica ed attività muscolare riflessa. Il Countermovemt Jump, lo squat Jump, il vertical Jump e balzi su plinti sono esercizi pliometrici in cui vi è una produzione di forza verticale. Tra gli esercizi pliometrici possiamo annoverare il Drop Jump, un salto in caduta che ha una meccanica ed una natura totalmente differente rispetto agli esercizi precedentemente citati.   CHIAREZZA SULLA NOMENCLATURA: DROP E DEPHT JUMP Il Drop Jump

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comportamento sedentario e pandemia

COMPORTAMENTO SEDENTARIO IN TEMPO DI PANDEMIA, IL RUOLO DEL LAUREATO IN SCIENZE MOTORIE

Il comportamento sedentario è definito come qualsiasi attività statica, come sdraiarsi o sedersi, caratterizzata da un dispendio energetico inferiore a 1,5 METS oppure svolgere meno di 10mila passi giornalieri. La pandemia ha esacerbato una condizione che era già abbastanza critica. Le statistiche dell’Oms mostrano che un adulto su quattro e quattro adolescenti su cinque non svolgono abbastanza attività fisica. A livello globale si stima che questo costo sia 54 miliardi di dollari in assistenza sanitaria diretta e altri 14 miliardi di dollari in perdita di produttività. In Italia il 72% dei cittadini non si muove per niente. L’Italia risulta terzultima, prima di Portogallo e Malta, per numero di persone (75%) che non si dedica nemmeno ad “altre forme di attività fisica” come l’utilizzo urbano della bicicletta, il giardinaggio e il ballo. L’inattività fisica è il quarto più importante fattore di rischio di mortalità a livello mondiale e causa il 6% di tutti i decessi. E’ superato soltanto dall’ipertensione sanguigna (13%) e dal consumo di tabacco (9%) e si attesta allo stesso livello di rischio dell’iperglicemia (6%). Circa 3,2 milioni di persone muoiono ogni anno perché non sono abbastanza attive [1] [2].   Le cause principali del comportamento sedentario La diminuzione dell’attività

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prevenzione infortunio sportivo

LO STRENGTH&CONDITIONING COACH E LA PREVENZIONE INFORTUNI NELLO SPORT: STRATEGIE OPERATIVE E ORGANIZZATIVE

L’infortunio sembra essere da sempre l’incubo che attanaglia sportivi e atleti, sia a livello amatoriale che a livello agonistico. L’assenza dall’allenamento e dalle competizioni è un qualcosa che spaventa. Se per uno sportivo questo ha delle ripercussioni sia a livello fisico che psicologico, per le società sportive significa avere una perdita sia economica che di “potenziale umano e atletico” all’interno di un team che si accinge ad affrontare delle competizioni. Anche per l’infortunio vi sono differenze nella gestione, a seconda se abbiamo davanti un atleta agonistico che ha una predisposizione maggiore ad affrontare difficoltà, grazie ad motivazione più alta, o un atleta amatoriale. Cosa può e cosa deve fare uno S&C Coach?   IL RUOLO DELLO STRENGTH&CONDITIONING COACH Secondo una delle ultime conferenze della National Strength&Conditioning Association, gli infortuni possono essere di diversa natura, quindi: Muscolari Tendinei Legamentosi Fasciali Ossei Solo rileggendo l’elenco sopracitato possiamo capire quanto complessa sia la gestione di una prevenzione infortuni, in quanto è necessario interfacciarsi con più figure professionali, evitando situazioni di scarico di responsabilità su fisioterapisti, osteopati, nutrizionisti e tutti coloro che lavorano nell’ambito dello Sports Medicine. Uno Strength Coach, o preparatore atletico, ha l’obbligo di agire tramite: la programmazione; lo stile di vita

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brand identity per personal trainer

MARKETING PER IL PERSONAL TRAINER, COME SVILUPPARE UNA BRAND IDENTITY EFFICACE E RENDERSI UNICI SUL MERCATO

Oggi vedremo un argomento che molti Personal Trainer non considerano quando iniziano la propria attività professionale: tratteremo il “marchio” e la “brand identity”, vedremo alcune esempi e capiremo la strategia di unicità. Ho volutamente scelto esempi e storie non di Personal Trainer cosi da contrastare, una volta su tutte, quello che tutti pensano: Eh, ma il mio settore è differente! Vedremo insieme, invece, che le regole di brand identity sono uguali per tutti i settori, anche per il Personal Trainer, sta a te plasmare il tuo marchio con quello che troverai di seguito.   Marchio e logo non sono la stessa cosa I termini “marchio” e “logo” sono spesso usati in modo intercambiabile. Sebbene un logo possa essere il simbolo grafico di un marchio, esso non è la totalità di esso. Il logo (abbreviazione del termine logotipo) è il segno grafico di un marchio. Il marchio, invece, è l’insieme degli elementi visivi e testuali, ovvero pittogramma più scritta (o logo). Da questo momento in poi, quindi, chiameremo marchio ciò che nel gergo comune è inteso come logo. Non solo, la creazione di un marchio è solo un piccolo passo verso lo sviluppo di una forte identità di marca (brand identity). Con milioni, se non

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strength and conditioning coach

COME DIVENTARE UNO STRENGTH AND CONDITIONING COACH

Negli ultimi anni sempre più dirigenti o atleti si stanno rivolgendo agli Strength and Conditioning Coach (S&C), poiché vedono in loro una figura essenziale da affiancare all’allenatore per la crescita tecnico-sportiva di un atleta. Se sei laureato o stai per laurearti in Scienze motorie ti sarai probabilmente chiesto a che cosa serva studiare psicologia, sociologia o pedagogia. Questa riflessione non è del tutto sbagliata. Per diventare un professionista dello Strength and Conditioning è importante avere determinate competenze e requisiti che, a volte, vanno oltre l’allenamento e la performance. Nell’articolo scopriremo il lungo viaggio che un aspirante preparatore fisico-atletico (PFA) dovrebbe intraprendere, una volta terminato il percorso accademico.   Dalla teoria alla pratica: come raggiungere un profilo professionale a 360° La preparazione fisica è un’area in continuo aggiornamento. Lo S&C coach, applicando le conoscenze apprese nel campo, ha come obiettivo principale quello di allenare i suoi atleti, migliorando le loro prestazioni sportive, per ottenere risultati migliori nelle loro discipline. Il PFA non è solo questo. Saper creare una programmazione annuale, conoscere e riuscire a spiegare la tecnica degli esercizi ai propri atleti, organizzare e gestire le sedute d’allenamento, valutare e analizzare i test, avere chiari i concetti della fisiologia dell’esercizio fisico

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pilates e preparazione atletica

IL PILATES NELLA PREPARAZIONE ATLETICA DEGLI SPORT: QUELLO CHE TUTTI DOVREBBERO SAPERE

Joseph Pilates diceva: “Per ottenere i massimi risultati nel campo di applicazione delle nostre capacità in tutte le sfere della vita, dobbiamo costantemente sforzarci di mantenere il corpo sano e forte, e sviluppare la nostra mente fino ai limiti della sua capacità”. A suo tempo Pilates fu un vero rivoluzionario. Agiva fuori dagli schemi. Ha così inventato un metodo tutto suo e costruito macchine per far raggiungere meglio gli obiettivi ai suoi clienti. Per molti anni, si affidarono a lui soldati che erano rimasti feriti nelle guerre in maniera irreversibile e persone reduci da incidenti o interventi che avevano causato loro amputazioni o paralisi. Quella che lui effettuava era una vera e propria riabilitazione (allora non c’era la distinzione tra fisioterapisti e laureati in scienze motorie, lui stesso era un semplice ginnasta). Eppure era un genio, aveva una particolare affinità verso lo studio del corpo umano ed una curiosità tale che lo spinse a costruire macchine grandiose (vedi il reformer, la cadillac o la chair). Quello che Joseph ci ha lasciato è un patrimonio inestimabile che, a mio parere, dovrebbe essere applicato in ogni disciplina quando si parla di corretto assetto posturale. Da qui l’idea diffusasi negli anni, ed ormai

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coaching online

ALLA SCOPERTA DEL COACHING ONLINE: IL PERSONAL TRAINER A DISTANZA

La nuova impennata di contagi da Covid-19, rilevata nel mese di ottobre, ha portato il governo italiano a emanare un nuovo Dpcm che ha sancito la chiusura dei centri fitness. Queste misure sono state poi estese fino al 15 gennaio 2021 da un altro Dpcm, entrato in vigore il 3 dicembre 2020. Tuttavia, a causa del mancato arresto della diffusione virale, non è detto che queste misure non vengano prorogate ulteriormente nel tempo. Per cui, gli operatori del settore fitness, tra le quali spicca la figura del Personal Trainer, devono farsi trovare pronti per assistere i loro clienti nel miglior modo possibile. Ecco come nasce l’allenamento a distanza. Piattaforme quali Zoom, Skype, Microsoft Teams, etc. hanno oramai permesso di accorciare le distanze tra le persone e, data l’importanza fondamentale oramai riconosciuta verso uno stile di vita attivo, sono state ben accettate dagli utenti. Queste tecnologie hanno permesso di rimanere in contatto con il proprio Personal Trainer e continuare così il percorso con lui intrapreso. In più, il lockdown ha stimolato la popolazione in generale, tra cui anche molti trainer, a sviluppare capacità digitali che hanno permesso una maggiore diffusione di lavori, consigli e guide sui social network principali (Instagram, Facebook),

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costruire abilità motorie

Costruire le Abilità Motorie: dall’apprendimento base del movimento alla prima specializzazione sportiva

Generare una prestazione motoria e sportiva di alto livello richiede una vasta gamma di fattori e presupposti. In particolare, è generalmente accettato che tanto maggiore è la qualità di questi fattori e presupposti, tanto maggiore sarà il risultato finale. La sommatoria di queste componenti avviene per step e sovrapposizione: siamo di fatti di fronte ad un processo di apprendimento, per cui ogni “pezzetto” viene aggiunto un po’ per volta e seguendo le fasi sensibili dello sviluppo. Arriviamo già al punto fondamentale: non basta lavorare su tutte queste componenti sempre ed in ogni momento della costruzione della prestazione, ma occorre piuttosto farlo nel momento giusto. È decisamente questa la difficolta più grande che l’insegnante o il tecnico incontrano lungo il percorso con i propri allievi: non tanto conoscere e sapere cosa fare, ma quando, come e perché! Ciò che cercheremo di fare all’interno di questo articolo è capire da dove partire, quali considerazioni tenere presente rispetto alla costruzione delle Abilità (e quindi della tecnica sportiva) e quali sono i passaggi chiave da seguire per ottimizzare il rapporto apprendimento/tempo in funzione di una qualità più elevata di performance. L’obiettivo, ancora, è quello di fornire una mini guida utile alla programmazione ed alla

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come diventare un istruttore di pilates

COME DIVENTARE UN ISTRUTTORE DI PILATES PROFESSIONISTA?

Il Pilates, negli ultimi anni, sta spopolando nel mondo del fitness in tutto il globo, con la conseguenza che è sempre più richiesta la figura dell’istruttore di Pilates professionista. Anche noi, nella nostra offerta formativa, ormai da qualche anno abbiamo deciso di introdurre ben tre corsi dedicati a questa disciplina, proprio per non lasciarti solo neanche in questo campo: Pilates Matwork Lab – Level 1 Pilates Matwork Lab – Level 2 Pilates Matwork Lab – Piccoli attrezzi Partiamo subito con una domanda:   Quali caratteristiche deve avere un bravo istruttore di Pilates? Se la risposta a cui hai pensato è: “ Non lo so” oppure “Sicuramente quelle di un bravo trainer in generale”, allora sei nel posto giusto. Un bravo Istruttore di Pilates si differenzia da un bravo Trainer (ad esempio di funzionale) per alcuni particolari aspetti fondamentali. In questo articolo troverai spunti pratici e suggerimenti, da aggiungere al tuo bagaglio formativo, per diventare il perfetto Istruttore di Pilates! Tratteremo in particolare la figura dell’Istruttore di Pilates Mat, ovvero quella branca di questa disciplina che conta 34 esercizi totali eseguiti a corpo libero su un tappetino (come strumento base), con l’eventuale aggiunta di piccoli attrezzi come le softball, le fitball,

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personal trainer marketing

PERSONAL TRAINER MARKETING: STRATEGIE PER UN BUSINESS DI SUCCESSO E PER ACQUISIRE PIÙ CLIENTI

Perché il marketing è fondamentale per il successo di un personal trainer? Come può il personal trainer marketing portarmi ad avere più clienti? Come posso costruire un modello di business vincente? A queste e molte altre domande risponderemo nell’articolo. Continuate a leggere, alla fine di questa guida sul marketing per personal trainer vi aspetta  un contenuto extra bonus molto utile su “Come scrivere una lettera per contattare il Medico di Famiglia o il Medico Specialista“.   Cominciamo!   La collaborazione interdisciplinare tra medico e Laureato in Scienze Motorie è il primo step per creare una rete professionale che, nel lungo periodo, genererà clienti in target per la nostra ultra-specializzazione. Sembra banale, ma creare dal nulla il proprio mercato o il proprio business, è una peculiarità imprenditoriale vincente quando parliamo di business etico. Quello di cui parliamo è una Blue Ocean Strategy, una strategia di mercato che prende il nome dall’omonimo libro, dove non ci sono concorrenti e il leader di quel segmento siete proprio voi. È chiaro che, ad oggi, non avere skill di “marketing” è una limitazione e a volte questa parola viene vista con disprezzo proprio perché non se ne conosce il significato.   Ma cos’è davvero il

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problem-oriented vs method-oriented

Method-oriented vs problem-oriented

Quale filosofia d’approccio utilizzare nel lavoro? Mi sono sempre chiesto se ci fosse un approccio più corretto rispetto ad un altro nel lavoro di tutti i giorni, c’è stato un periodo della mia carriera in cui pensavo addirittura non solo di averlo trovato, ma di averlo definito come un metodo. Col passare del tempo però, nell’applicare lo stesso schema ogni volta, sentivo che c’era qualcosa che non andava. Qualche caso non riuscivo a risolverlo (eh va bene, può capitare) ma, anche nella gestione delle attività di impresa mi sono reso conto che, avere un metodo non era forse l’approccio idoneo. Avevo acquisito un approccio troppo method-oriented, orientato al metodo. Fu in quel momento che mi resi conto di dover tornare indietro e partire da capo perché, con tutta probabilità, il raggiungimento di alcuni risultati positivi e la velocità di applicazione, aveva fatto limitare in me il potere del ragionamento causato dall’essere sottoposto ad uno stress.     Un po’ come se io vi chiedessi: quanto fa 3 x 3? Voi rispondereste: 9 se io ve lo chiedessi per svariate volte di fila mi rispondereste sempre 9 ma stavolta non perché avete fatto il calcolo bensì per aver maturato quell’esperienza alla

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university lab scienze motorie in italia

La differenza fra novità e innovazione: University Lab e le Scienze Motorie in Italia

Indipendentemente dal settore, c’è la tendenza a definire “innovativo” qualsiasi prodotto che oggi conquisti un buon posizionamento sul mercato. Prendiamo ad esempio alcune palestre, alcuni Personal Trainer e altre figure che orbitano nel settore delle Scienze Motorie in Italia. Tutti presentano le proprie offerte come strepitose innovazioni, tuttavia è della massima importanza avere chiara la differenza tra i concetti di “innovazione” e “novità” per comprendere quale impatto hanno sulla crescita professionale o sul mercato. Vedremo come University Lab ha cambiato e sta continuando a cambiare il panorama, ma soprattutto l’apprendimento, nelle Scienze Motorie.   Novità o innovazione? Per “novità” si intende semplicemente un’aggiunta di caratteristiche a un prodotto esistente, studiata per aiutare il produttore a differenziarsi dalla concorrenza. Si tratta quindi di un miglioramento, un upgrade di un prodotto già esistente. Consideriamo un prodotto di uso comune: il dentifricio. Negli anni ’70 i produttori di dentifricio ne offrivano solo di uno o due tipi: con l’avanzare della concorrenza, si sono dati da fare per rimanere “in vista” sul mercato. Questo sforzo si è tradotto nell’aggiunta di nuove caratteristiche al prodotto originario, tali da generare nel consumatore una percezione di valore. Floruro, controllo del tartaro, sbiancamento, pasta a strisce colorate, e l’elenco potrebbe

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consultant motor skills e atleta in palestra

Consultant Motor Skills: il Broker della motricità

Il mondo del lavoro è duro per tutti, anche per i Laureati in Scienze Motorie. Ti racconto la mia esperienza e come ho trovato la mia strada come Consultant Motor Skills. Il Laureato in Scienze Motorie e il suo positioning Il mondo del lavoro ci offre continuamente ostacoli e barriere da superare, molto spesso in ambito occupazionale e di posizionamento all’interno del mercato. Discorso che riguarda da vicino anche il nostro settore, quello delle Scienze Motorie. Il collocamento occupazionale non è sempre scontato, anzi, tra la mancanza di un riconoscimento ufficiale della figura e la continua lotta ai “brevettati” dai corsi di formazione del weekend aperti a tutti, la realtà diventa un incubo. In particolare nel contesto in cui opero, quello della Motricità di Base e dell’Attività motoria nell’età Evolutiva, lo scenario è quello presentato di qui a poco, del tutto simile ma con le dovute distinzioni, a quello di altri micro-settori del nostro mondo. Se nei corsi minori, relativamente all’età dei bambini, inizia ad esserci un buon impiego di Laureati e Laureandi in Scienze Motorie – vedi corsi di Motricità di base 2-5 anni, corsi pre-sportivi, corsi sportivi di base 6-8 anni (seppur in molti casi con rimborso economico

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Formazione OPEN o Formazione CLOSED?

Oggi vedremo come aiutare il Laureato in Scienze Motorie nello scegliere una Scuola di Formazione Extra Universitaria Riservata ai Laureati in Scienze Motorie (CLOSED) rispetto ad una che si rivolge a tutti (OPEN). Negli anni, ho sempre rispettato chi decide di iniziare un percorso come formatore e, nonostante si speculi molto nell’ambito formativo, è giusto spiegare alcune motivazioni, per AIUTARE lo studente nella scelta della scuola di formazione o nel percorso da intraprendere per aumentare le sue competenze tecniche ed esperienziali. Tanti docenti o formatori dovrebbero dire in pubblico come stanno veramente le cose nel panorama formativo e, vi dico la verità, prima di parlare e scrivere su tale argomentazione ho riflettuto molto sul fatto che questa cosa avrebbe potuto portare o meno ad uno scontro o riscontro con altre realtà. Ma penso sia innegabile ad oggi che ignorare la VERITÀ sarebbe più dannoso di PARLARNE! Sicuramente la grande intelligenza di chi leggerà quest’articolo gli permetterà di fare le sue valutazioni e trarre nel breve, medio o lungo periodo le sue conclusioni. Etica e formazione Il mio vissuto da Ph.D. mi impone un discorso ETICO che spesso viene ghettizzato nel Business ma le pubblicazione scientifiche, i congressi da relatore, le

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La formazione “to help” e la formazione “to money”

Quello che stai per leggere potrebbe sembrare strano ma, al di là dei contenuti, in un corso di formazione dovresti cercare sempre la formazione orientata all’aiuto ed alla crescita professionale – “TO HELP” – e non viceversa, mirata solo a svuotare le tasche dell’utente, detta “TO MONEY”. Social, guru e qualunquismo Prendendo spunto dalle innumerevoli discussioni lette sui canali social in molti gruppi frequentati da Laureati in Scienze in Motorie, molti degli addetti ai lavori si sono espressi in maniera speculare quasi del tutto inaspettatamente. Il punto della questione è che l’opinione personale sta a zero e mi rendo conto che il panorama nazionale pullula di pseudo GURU – come piace farsi chiamare a loro – dove la viralità, la socialità sui vari canali odierni e gli influencer, ribaltano la scienza al fine di battere razionalità e condizionare le scelte. Sono intervenuto diverse volte sui canali di comunicazione social rimarcando l’idea di come in questo momento si cerchi di manovrare l’utente: Con l’avvento dei social, stories e altre pseudo canali di marketing (secondo alcuni) essere controcorrente è il must che tutti i “markettari” seguono al fine di acquisire pseudo notorietà. Concordo con la linea di tendenza dei commenti di questo

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Come cercare lavoro da Personal Trainer: l’alternativa al curriculum

Quante volte hai inviato un curriculum in una struttura Fitness, un centro di Rieducazione funzionale o semplicemente nella piccola asd sotto casa? Ti hanno mai risposto? Come possiamo evitare che il curriculum sia cestinato? Vediamo una valida alternativa al curriculum formato standard per Personal trainer o Istruttore fitness. Un nuovo mondo del lavoro Negli ultimi 20 anni il modo di cercare lavoro è cambiato notevolmente ma lui, il CURRICULUM ha mantenuto invariate le sue caratteristiche. Anche noi di Training Lab Italia riceviamo puntualmente fino a 10 curriculum ogni giorno e purtroppo ci rendiamo conto che: è asettico è freddo è noioso è poco utile a farsi un’idea concreta della persona dietro quella email.  Tante informazioni, a volte troppe, non vengono mai focalizzate sull’identità reale della struttura che lo riceverà. Inoltre, probabilmente per pigrizia, molti inviano 100 curriculum UGUALI a 100 aziende DIVERSE non sapendo che, magari è l’errore più grande che si possa fare, oltre al fatto che non sia richiesta la figura professionale per cui si invia la candidatura. Risolvere questo problema capendo come oggi un Personal Trainer o un Istruttore Fitness dovrebbe inviare la propria candidatura ad un Centro Fitness aumenta le probabilità di avere un colloquio di

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