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Effetti dei differenti tipi di acque minerali sull’acidosi metabolica dei calciatori

L’acqua è un elemento fondamentale nella vita quotidiana di ogni individuo, tanto da influenzarne i processi vitali, che garantiscono l’equilibrio all’interno dell’organismo. Per questo motivo si è scelto di valutare quanto e in che modo essa influenza l’attività sportiva di un atleta nel suo percorso sportivo. L’obiettivo dello studio effettuato è capire se l’utilizzo giornaliero di particolari acque da bere, possa portare benefici o meno a situazioni di acidosi metabolica da sforzo, che rappresenta l’anticamera della produzione e dell’accumulo di acido lattico, fattore limitante la performance sportiva. Risulta fondamentale conoscere il livello di acidosi di ogni singolo soggetto, in modo da tracciare una linea guida da cui partire per affrontare l’esperienza e da cui evincere eventuali cambiamenti dopo le varie analisi. Si è scelto uno sport come il calcio, in quanto esso racchiude in sé molteplici abilità e capacità come agilità, coordinazione, forza esplosiva e resistenza, causando l’intervento sia di sistemi esoergonici aerobici, sia di quelli anaerobici della fosfocreatina e della glicolisi incompleta o lattacida con conseguente produzione di lattato. L’accumulo di esso protratto nel tempo, conduce ad una grande quantità di ioni idrogeno e molecole di anidride carbonica prodotta all’interno della cellula, che passano nel flusso ematico a causa

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weightlifting e genetica

Weightlifting e Genetica? In parte sì, grazie

Agosto 2016, Olimpiadi di Rio. Come quattro anni prima e otto prima ancora e così via, sei davanti la tv a guardare quelle prestazioni da sogno, performance d’eccellenza. Fai il giro delle discipline, finché non è ora dei pesisti: una pedana, un bilanciere, dischi colorati e una potenza da brividi. Percepisci dietro lo schermo la tensione prima della salita in pedana, l’esplosione di emozioni per un’alzata valida o una fallita, pensi a quanto immane sforzo per anni e anni per arrivare lì sopra e come ci si gioca tutto in una manciata di secondi… ma andiamo avanti. Oltre a una vita di sacrifici, alti e bassi, tenacia, costanza, e mille altre cose… cosa c’è anatomicamente sotto quelle tutine attillate e vivaci che indossano questi atleti? Sappiamo bene che a livello muscolare viene fatta di base una distinzione tra tipi di fibre, essenzialmente divise in fast-twitch (tipo II) o bianche caratterizzate appunto da una contrazione rapida, un diverso utilizzo di substrati energetici, minor capillarizzazione e tutto ciò che ne deriva; e al contrario slow-twitch (tipo I) o rosse. Riguardo la pesistica olimpica o weightlifting, questa è caratterizzata in larga parte dalla potenza, quindi non solo da un lavoro con sovraccarico inteso

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Allenamento in sospensione

L’allenamento in sospensione ha fatto il suo esordio intorno al 1990, utilizzato per lo più in campo militare. Tuttavia negli ultimi anni, nei centri fitness, durante preparazioni atletiche, in centri di rieducazione si è diffuso l’utilizzo del suspension training e questa pratica ha guadagnato sempre più popolarità. Data la versatilità, l’adattabilità e il costo relativamente basso dell’attrezzo, è opportuno che il laureato in Scienze Motorie, sia a conoscenza delle evidenze presenti nella letteratura scientifica, nonostante quest’ultima non sia molto ricca data la recente diffusione dell’attrezzo. Quest’ultimo è formato da due cinghie che convergono in un punto di ancoraggio, alle estremità di esse vi sono delle maniglie alle quali colui che lo utilizza vi si aggancia con le mani o i piedi,gli arti non agganciati all’attrezzo sono in contatto con il terreno. Il suo utilizzo, comporta l’assunzione diuna posizione instabile che espone il centro di massa del nostro corpo a costanti “perturbazioni”, a quest’ultime vanno aggiunti altri tre fattori che influenzano l’esercizio ovvero, la forza di gravità, la forza muscolare e la forza di impatto fisiologico e forze di deformazione (Pastucha et al. 2012). E’ già semplice percepire, da queste prime righe, l’alta funzionalità dell’attrezzo nella formazione di un atleta di qualsiasi

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BCAA: Amminoacidi ramificati, davvero utili?

Sono le molecole maggiormente rappresentate nel muscolo scheletrico, andando a costituire circa il 35% delle proteine totali, ed hanno finalità sia eutrofica che energetica. Proprio questo ha permesso la loro grande diffusione, considerando anche il fatto che rispetto alle proteine hanno meno impatto negativo sugli organi. Ultimamente c’è stato però un ridimensionamento riguardo gli effettivi benefici in ambito dell’integrazione sportiva e la letteratura scientifica non è d’aiuto per l’eccessiva disparità di pensiero e contraddizione. Sono conosciuti e per questo utilizzati: per migliorare la performance a scopo energetico, durante le attività particolarmente intense come quelle di endurance, in cui, se le fonti energetiche di lipidi e glucidi sono carenti, vengono utilizzate le proteine per ottenere energia; per prevenire i danni muscolari dovuti ad attività fisica intensa, quindi assumendoli prima dell’allenamento come anticatabolici per accelerare i tempi di recupero; per aumentare la crescita muscolare, principalmente tramite la leucina, sia per la sua capacità insulinogenica che per essere tra i principali attivatori di mTor, una protein-chinasi stimolante la sintesi proteica e riconosciuta come uno dei principali regolatori endogeni dell’anabolismo; per ridurre il senso di fatica in quanto, con la presenza di BCAA nel sangue, si riduce la quota di triptofano libero che entrerà

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L’allenamento in età giovanile

Lo sport costituisce per i giovani una grande opportunità per dare significato all’esistenza. Produce un elevato impatto emotivo ed espressivo, accentua la coscienza di sé e l’autostima attraverso il piacere che si prova a scoprire cose nuove ed a percepire i propri progressi. La ricchezza di emozioni esalta i processi cognitivi e di apprendimento motorio; i processi motivazionali, di concentrazione, di perseveranza e di gestione dell’attenzione vengono fortemente stimolati e quindi migliorati. Essi sono trasferibili nelle altre attività sociali. Lo sport, quindi, può rappresentare uno spazio personale per emozioni e libertà (che la routine quotidiana spesso sottrae ai giovani); un fattore di sostegno per lo sviluppo della personalità ed un fattore di qualità di vita. In ogni età è consigliato effettuare attività proporzionata alla struttura fisica, al fine di preservare o esaltarne le potenzialità in linea con le cosiddette FASI SENSIBILI. Ciò significa che la durata e l’intensità vanno commisurate al beneficio che si vuole ottenere, ma significa anche che sono variabili soggettive, e che possono o addirittura devono essere considerate la base su cui costruire sia l’allenamento specifico che la normale e regolare attività fisica. Non necessariamente il giovane deve diventare un campione; potremmo però dire che obbligatoriamente deve

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Quale esercizio per il controllo dei glucidi?

Il ruolo centrale di questa discussione spetta all’insulina, l’ormone ipoglicemizzante per eccellenza. Dopo un pasto carico di zuccheri, l’insulina viene prodotta dal pancreas per reclutare glucosio e trasferirlo in vari tessuti; al tempo stesso però l’insulina blocca la lipolisi e la glicolisi, favorendo ovviamente il suo effetto ipoglicemizzante. Ci sarà di conseguenza un effetto “ingrassante” sia dovuto alla lipogenesi attivata, che successivo alla saturazione delle scorte di glicogeno. Ma… C’è altro da sapere…. L’azione dei GLUT-4 diventa fondamentale adesso: questi trasportatori insulino-dipendenti permettono l’entrata del glucosio nelle cellule dei muscoli scheletrici, del cuore e dell’organo adiposo. Un’alterazione nella funzione di questi trasportatori favorisce la conversione del glucosio in acidi grassi, conversione che viene ampliata dalla presenza di trigliceridi nel sangue (da qui la conferma alla frase “carboidrati e grassi non vanno mangiati insieme”). A questo punto entrano in gioco anche le proteine che, tramite i loro amminoacidi insulinogenici, richiamano insulina migliorando l’attività dei GLUT-4 e favorendo in questo senso la funzione dimagrante. L’esercizio fisico non ha un ruolo secondario in questo discorso: soggetti sedentari e in sovrappeso/obesità possono molto più facilmente e precocemente incappare in insulino-resistenza rispetto a soggetti sportivi. Questo perché non solo l’attività fisica, anche a bassa intensità,

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Come la lingua può influenzare la postura e la performance

Sia a riposo che nella deglutizione fisiologica, la lingua poggia su un punto preciso del palato: le rughette palatine, punto che chiameremo SPOT PALATINO. In questo punto sono presenti una quantità elevatissima di ben 5 tipi diversi di esterocettori, presenti anche a livello della pianta del piede. Tali recettori presenti in quel punto del palato, fanno capo alla seconda branca del trigemino (N. Mascellare dove tra i rami efferenti troviamo il  n. naso-palatino,  che è il più grande nervo cranico che innerva la faccia, occhi, naso e bocca). Questi recettori rivestono un ruolo posturale peculiare, cioè quello di comunicare al SNC informazioni. Dobbiamo sapere inoltre che la lingua è inserita in quella che viene definita CATENA MUSCOLARE ANTERIORE o catena “LINGUALE”, un insieme di anelli muscolari che prende inizio dalla lingua, passa per lo sternocleidomastoideo, la V costa, continua lungo il gran retto dell’addome fino al pube, poi attraverso gli adduttori ed il gemello interno arriva fino al 1° metatarso. A livello degli arti superiori invece finisce il suo percorso a livello del pollice. Se pensiamo che la lingua per ogni deglutizione spinge con una forza di 1 Kg per pollice quadrato, quindi arriva ad esercitare una forza di 1500-2000

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Mesomorfia: Come avere l’approccio vincente come personal trainer

(3 di 3 articoli sulle metodiche di allenamento e consigli alimentari) Concludiamo oggi, con l’ultimo articolo riguardante l’Approccio vincente come Personal Trainer, la Trilogia sulla SOMATOTIPIA. Soprattutto nell’allenamento ONE to ONE per esempio, si incorre spesso in clienti di tipo ecto-mesomorfo, endo-ectomorfo etc. Non avere conoscenza di questo principio, può essere fuorviante soprattutto per coloro che non hanno un approccio scientifico e potrebbero non avere una buona comprensione di cosa succede al proprio cliente. I biotipi o “SOMATOTIPI” sono semplici da capire e da definire in un senso ma, complicati in altro tanto da non poter esattamente affermare che noi apparteniamo a un unico tipo di corpo ma bensì abbiamo delle sovrapposizioni. Nelle vecchie scuole di pensiero dell’osservazione diretta (a nostro avviso molto approssimativa) il professionista dovrebbe avere una conoscenza di base di una metodologia di valutazione antropometrica per la determinazione e un ottima conoscenza degli algoritmi per la classificazione di essa. L’altra cosa da sottolineare è che, i corpi di tutti sono unici e per quanto si voglia generalizzare con metodiche di valutazione approssimative, per la categorizzazione di tali soggetti è necessario cmq avere una conoscenza e competenza per realizzare tali determinazioni. Mesomorfia (per la deteminazione con plicometria, centimetria

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endomorfia

Endomorfia: come avere l’approccio vincente come personal trainer

(2 di 3 articoli sulle metodiche di allenamento e consigli alimentari). Continuiamo la serie di articoli sulla somatotipia. Oggi analizzeremo il Cliente ENDOMORFO cercando di dare dei validi consigli per l’approccio da Persona Trainer. Cari Laureati in SM non preoccupatevi, i biotipi o “SOMATOTIPI” sono semplici da capire e da definire in un senso ma, complicati in altro tanto da non poter esattamente affermare che noi apparteniamo a un unico tipo di corpo ma bensì abbiamo delle sovrapposizioni. Nelle vecchie scuole di pensiero dell’osservazione diretta (a nostro avviso molto approssimativa) il professionista dovrebbe avere una conoscenza di base di una metodologia di valutazione antropometrica per la determinazione e un ottima conoscenza degli algoritmi per la classificazione di essa. Soprattutto nell’allenamento ONE to ONE per esempio, si incorre spesso in clienti di tipo ecto-mesomorfo, endo-ectomorfo etc. Non avere conoscenza di questo principio, può essere fuorviante soprattutto per coloro che non hanno un approccio scientifico e potrebbero non avere una buona comprensione di cosa succede al proprio cliente. Endomorfia (per la deteminazione con plicometria, centimetria e diametri ossei trasversi dedicheremo uno “short paper” nei prossimi giorni). • Corpo di forma arrotondata • Distribuzione di Grasso di solito • struttura rotonda • spalle

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ectomorfia

Ectomorfia: come avere l’approccio vincente come personal trainer

(1 di 3 articoli sulle metodiche di allenamento e non solo) I biotipi o “SOMATOTIPI” sono semplici da capire e da definire in un senso ma, complicati in altro, tanto da non poter esattamente affermare che noi apparteniamo a un unico tipo di corpo ma bensì abbiamo delle sovrapposizioni. Nelle vecchie scuole di pensiero dell’osservazione diretta (a nostro avviso molto approssimativa) il professionista dovrebbe avere una conoscenza di base di una metodologia di valutazione antropometrica per la determinazione e un ottima conoscenza degli algoritmi per la corretta classificazione. Soprattutto nell’allenamento ONE to ONE per esempio, si incorre spesso in clienti di tipo ecto-mesomorfo, endo-ectomorfo etc. Non avere conoscenza di questo principio, può essere fuorviante soprattutto per coloro che non hanno un approccio scientifico e potrebbero non avere una buona comprensione di cosa succede al proprio cliente. L’altra cosa da sottolineare è che i corpi di tutti sono unici e per quanto si voglia generalizzare dicendo che l’ectomorfo ha un minor numero di cellule satellite o fibre a contrazione più lenta, potrebbero non essere vere. (leggi questi due articoli per la comprensione di tale concetto) Cameron J. Mitchell, T. A.-V. (2012). Resistance exercise load does not determine training-mediated hypertrophic gains in

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