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atleta pesistica olimpica

Pesistica Olimpica: come va insegnata? – prima parte

La Pesistica Olimpica ha assunto nel mondo dell’allenamento una rilevanza sempre più importante, questo sia per il diffondersi della cultura dello Strength&Conditioning, sia per i suoi benefici in ottica performance all’interno dello sportivo. Garhammer suggerisce: Snatch e Clean&Jerk sono tra i migliori esercizi che, un atleta può eseguire in una sala pesi. Nonostante alcune limitazioni e particolarità, che non affronteremo in questo articolo, il concetto di velocità e potenza è ampiamente presente in questa pratica, pertanto è buona norma inserire in maniera consapevole e razionale esercizi come strappo e girate all’interno di una programmazione atletica. In questo primo articolo, si spiega come iniziare il percorso di insegnamento della pesistica olimpica, analizzando punti chiave ed esercizi propedeutici. COME AVVIO L’INSEGNAMENTO DELLA PESISTICA? Non tutti gli atleti hanno la fortuna di approcciarsi a questa disciplina da subito, visto l’alto tasso tecnico e la richiesta di una adeguata mobilità: l’insegnamento e l’approccio a questa pratica è graduale e progressivo, attraverso propedeutiche ed esercizi complementari che favoriscono l’aderenza al programma di allenamento, evitano traumi e spiacevoli infortuni ottimizzando il percorso di apprendimento. Tra i due esercizi principali, ovvero Snatch (strappo) e Clean (girata), il processo di apprendimento inizia dal primo. La meccanica di movimento

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atleti che allenano la pliometria

Allenare la pliometria: basi meccaniche, linee guida cliniche ed evidenze scientifiche

Parliamo dell’allenamento della pliometria a partire, come sempre, dalle evidenze scientifiche, per lasciarti le linee guida e delle conoscenze concrete. Introduzione La pliometria è caratterizzata dal ciclo di accorciamento-stiramento, altrimenti noto come azione reversibile dei muscoli. Le attività pliometriche possono essere suddivise in due categorie a seconda della durata del tempo di contatto con il suolo: movimenti pliometrici rapidi (≤250 ms); attività pliometriche lente (≥251ms). Indipendentemente dallo scopo di un programma di allenamento, sia che venga utilizzato nelle fasi terminali della riabilitazione, per lo strength and conditioning, o per il miglioramento delle prestazioni, l’esercizio pliometrico dovrebbe avere un ruolo primario all’interno del programma. Dei numerosi tipi di esercizi disponibili, la pliometria aiuta lo sviluppo della potenza, una base da cui l’atleta può affinare le abilità del proprio sport. Sia gli sport che sfruttano maggiormente gli arti inferiori che quelli che sfruttano arti superiori, utilizzano il concetto pliometrico come parte dei pattern di movimento funzionale e dell’abilità durante lo sport. L’allenamento pliometrico utilizza il ciclo allungamento-accorciamento (SSC) usando un movimento di allungamento (eccentrico) che è rapidamente seguito da un movimento di accorciamento (concentrico). Pre-strech eccentrico La fase di pre-strech eccentrica è stata descritta anche come fase di prontezza, precarico, pre-setting. Questa

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donna con diabete di tipo 2 che fa allenamento hiit

HIIT e Diabete di Tipo 2: come ottenere benefici ed evitare rischi

Approfondiamo come allenare i clienti con Diabete di tipo 2 senza rischi e scoprendo tutti i benefici dell’esercizio fisico. Introduzione L’attività fisica e l’esercizio fisico conferiscono benefici per la salute ad ampio raggio e i miglioramenti nel profilo del rischio cardiovascolare, nell’equilibrio energetico, nel benessere psicologico, nella funzione immunitaria, nella forza e flessibilità rendono l’attività fisica il mezzo più importante per migliorare la salute e il benessere generale per tutte le età. Una bassa forma fisica cardiorespiratoria è un noto fattore di rischio per le malattie croniche, come il diabete di tipo 2 e l’obesità. Inoltre, sempre una bassa forma fisica cardiorespiratoria è un importante predittore di mortalità nei soggetti con diabete: l’allenamento è il modo più efficace per migliorare la forma fisica, e gli individui con diabete di tipo 2 rispondono chiaramente all’allenamento a questo adattamento. Nel contesto dell’insulino-resistenza e del diabete di tipo 2, l’esercizio fisico fornisce ulteriori benefici per il controllo della glicemia ed è considerato un’importante terapia nella prevenzione, gestione e trattamento del diabete di tipo 2 e delle sue complicanze associate. I benefici dell’esercizio per migliorare il controllo del glucosio in un periodo di allenamento definito spesso riflettono gli effetti accumulati da ogni singola sessione

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telefono con app per valutazione funzionale su scrivania

Smartphone apps per la valutazione funzionale – parte 1

Oggi vengono utilizzate sempre più le apps, direttamente sugli smartphone, per monitorare la velocità di movimento. Ma quanto sono attendibili? Scopriamolo insieme. Introduzione La letteratura scientifica è oggi di comune accordo sul fatto che la velocità di movimento sia una delle più importanti variabili per il monitoraggio e la prescrizione dei programmi di allenamento della forza. Sebbene i trasduttori lineari di posizione e le unità di misurazione inerziale rappresentino i device più comunemente utilizzati per il monitoraggio della velocità di movimento, durante gli esercizi con sovraccarico, le smartphone apps stanno iniziando a dimostrarsi utili anche in questo contesto. Le applicazioni per smartphone, infatti, devono la loro repentina acquisizione di popolarità grazie al loro basso costo e alla loro enorme comodità e portabilità. Queste apps raccolgono dati utilizzando differenti tecnologie, quali il GPS, l’accelerometro, il giroscopio, il microfono, la calcolatrice, il cronometro, o la telecamera ad alta velocità. In questo contesto, sono di recente avvento alcuni studi che dimostrano come alcune smartphone apps siano capaci di misurare alcune variabili della performance fisica, come i parametri di velocità d’esecuzione di una ripetizione o di una intera serie, l’altezza di salto raggiunta, l’abilità nel cambio di direzione, etc, senza l’aiuto di alcuna strumentazione esterna.

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ragazza con sindrome dello stretto toracico

Sindrome dello Stretto Toracico: considerazioni biomeccaniche ed esercizi

Parliamo della TOS, Sindrome dello Stretto Toracico: di cosa si tratta, quali sono i sintomi, come viene fatta la diagnosi e la valutazione e quali sono i trattamenti più indicati per chi soffre di questi disturbi. Sindrome dello Stretto Toracico: di cosa parliamo? La sindrome dello Stretto Toracico (Thoracic Outlet Syndrome – TOS) costituisce un gruppo di disordini che risultano in una compressione delle strutture neurovascolari che attraversano lo stretto toracico. Lo stretto (o outlet) toracico è un’area anatomica compresa tra lo spazio tra la clavicola e la prima costa, attraverso il quale scorrono diverse strutture neurovascolari importanti, tra cui il plesso brachiale, l’arteria e la vena succlavia. La compressione di quest’area provoca diversi sintomi tra cui: discolorazione dell’arto superiore, parestesia, debolezza, atrofia muscolare intorpidimento e dolore di mano o braccio. La classificazione della TOS si basa sulla patofisiologia dei sintomi e si divide in neurogena (nTOS), venosa (vTOS) e arteriosa (aTOS). Inoltre, per ognuna di queste categorie le cause possono essere di tipo: congenita (es. presenza di una prima costa anomala), traumatica (es. cadute, colpi di frusta) acquisita (es. movimenti ripetuti e vigorosi associati a sport o lavoro). In generale non vi è un’eziologia specifica per la TOS, rendendo

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ragazza con low back pain che fa attività fisica

Il Pattern della Low Back Pain: miti, speculazioni e verità

Oggi vedremo una guida smart sulla Low Back Pain e come tecnicamente si affrontano miti e speculazioni su questa patologia. Il low back pain è tra i dolori più diffusi nel mondo e una tra le prime cause di disabilità e motivo di consulenza medica: proprio per questo la letteratura scientifica è ricca al riguardo. Eppure, la pratica clinica, di prevenzione e riabilitativa, sembrano essere indietro rispetto agli studi. Mentre quest’ultimi propongono un intervento di trattamento basato sulla classificazione della lombalgia, attualmente la pratica si basa molto spesso su strategie relative alla sintomatologia. Come approcciarsi a chi soffre di lombalgia? Esistono dei tool utili a riguardo? Tra miti e realtà vediamo cosa dice la scienza. Il Low Back Pain (LBP) Per low back pain viene inteso un dolore e/o sofferenza nella zona lombare della colonna vertebrale, di cui tutti possiamo fare esperienza nel corso della nostra vita.  Sebbene sia credenza comune che i bambini e gli adolescenti non sperimentino lombalgia, a meno che non abbiamo un disturbo importante, 56 studi epidemiologici inclusi in una review di Ries e colleghi, riporta che la prevalenza della lombalgia, almeno negli adolescenti, è simile a quello negli adulti (Balagué et al., 2012). Nonostante ciò,

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laboratorio per studio di esercizio fisico e riabilitazione cardiaca

Il ruolo dell’esercizio fisico nella riabilitazione cardiaca – parte seconda

Continua l’approfondimento sugli effetti dell’esercizio fisico nella vita dei pazienti che stanno affrontando una riabilitazione cardiaca. Se hai perso la prima parte, la trovi qui! CR, VO2max e test da sforzo La Riabilitazione Cardiaca (CR) è un insieme di trattamenti focalizzati sul fornire esercizio fisico aerobico supervisionato ed altri servizi accessori (consulenza nutrizionale, supporto psicologico) ai pazienti con malattie cardiovascolari. La prescrizione di programmi d’esercizio sicuri e che abbiano una progressione nella CR è fondamentale per migliorare la capacità funzionale (o fitness) – una misura dell’abilità del cuore di fornire ossigeno ai tessuti – indicatore prognostico chiave per i pazienti con questo tipo di patologie. La capacità funzionale viene valutata attraverso il consumo di ossigeno (VO2), cioè la quantità di ossigeno che i tessuti possono utilizzare in un determinato tempo, espressa in ml/kg/min. Diversi studi hanno evidenziato come la capacità di esercizio sia un fattore predittivo indipendente di mortalità cardiovascolare, fattore modificabile attraverso l’allenamento. La determinazione diretta della VO2max viene utilizzata per valutare le condizioni di soggetti sani (solitamente atleti), ma anche di soggetti affetti da diverse patologie cardiovascolari, in questi ultimi come già detto precedentemente, ha finalità diagnostiche e di prognosi, ed è riconosciuta come la miglior valutazione funzionale delle capacità

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atleta che fa attività fisica in quota

Attività fisica in quota: il paradigma vivi basso-allenati alto

In questo articolo andremo a esaminare le principali risposte fisiologiche dell’atleta in condizioni di ipossia e di come queste conseguenze incidono sulla performance in quota, a un’altitudine diversa rispetto al livello del mare. Introduzione Grazie a Torricelli, Pascal, Lavoisier e John Dalton oggi abbiamo una comprensione diversa delle caratteristiche dei gas che costituiscono l’ambiente in cui viviamo; però, gli effetti deleteri sull’uomo causati dalle alte quote sono stati verificati da Bert nel tardo 1800, anche se i primi aspetti clinici si conoscevano già dal 400 a.C. DEFINIZIONE DEL THLL O VIVI BASSO-ALLENATI ALTO Il concetto del “Vivi Basso-Allenati Alto” nasce dalle esigenze da parte di ricercatori e allenatori, ma soprattutto di atleti, che desiderano da una parte mantenere gli effetti dell’alta intensità, ottenibili a livello del mare, e dall’altra incrementare gli effetti benefici che si possono raggiungere con l’esposizione in altitudine, ai fini del miglioramento delle competizioni di resistenza.  Facciamo una leggera distinzione tra Acclimatazione e Acclimazione. La prima riguarda, esclusivamente, tutti quegli adattamenti risultanti dalle modificazioni dell’ambiente naturale in cui vive l’uomo; nel secondo caso, si fa riferimento agli adattamenti prodotti in ambienti simulati o laboratoristici (es. microgravità). In questa trattazione prenderemo in esame solo il primo aspetto. CARATTERISTICHE

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palestra in cui fare esercizio fisico per riabilitazione cardiaca

Il ruolo dell’esercizio fisico nella Riabilitazione Cardiaca – parte prima

Un approfondimento sugli effetti dell’esercizio fisico nella vita dei pazienti che stanno affrontando una riabilitazione cardiaca. Patologie del sistema cardiaco Le patologie del sistema cardiaco hanno un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti, a causa dei cambiamenti a lungo termine degli stili di vita che comportano, con complicanze anche a livello psicologico, con il verificarsi di stati d’ansia e depressivi che limitano le attività quotidiane del paziente, la sua produttività e le sue relazioni. Nonostante i progressi nel campo medico hanno contribuito ad un graduale decremento del tasso di mortalità a causa di infarto del miocardio, la sua prevalenza continua ad aumentare.  In Europa, il 27–34% dei soggetti anziani sono affetti da patologie a livello coronarico, strettamente correlate ai fattori di rischio cardiovascolari come: ipertensione arteriosa fumo abitudini alimentari errate livelli elevati di colesterolo obesità e sedentarietà. Questi disturbi, insieme alle aritmie cardiache – come la fibrillazione atriale, la più comune nel mondo attualmente con circa 9.000.000 di pazienti solo in Europa – possono influenzare l’autosufficienza di questi pazienti. La Riabilitazione Cardiaca I programmi di Riabilitazione Cardiaca (Cardiac Rehabilitation – CR) sono stati sviluppati per il trattamento della malattia cardiaca coronarica e sono riconosciuti

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university lab scienze motorie in italia

La differenza fra novità e innovazione: University Lab e le Scienze Motorie in Italia

Indipendentemente dal settore, c’è la tendenza a definire “innovativo” qualsiasi prodotto che oggi conquisti un buon posizionamento sul mercato. Prendiamo ad esempio alcune palestre, alcuni Personal Trainer e altre figure che orbitano nel settore delle Scienze Motorie in Italia. Tutti presentano le proprie offerte come strepitose innovazioni, tuttavia è della massima importanza avere chiara la differenza tra i concetti di “innovazione” e “novità” per comprendere quale impatto hanno sulla crescita professionale o sul mercato. Vedremo come University Lab ha cambiato e sta continuando a cambiare il panorama, ma soprattutto l’apprendimento, nelle Scienze Motorie.   Novità o innovazione? Per “novità” si intende semplicemente un’aggiunta di caratteristiche a un prodotto esistente, studiata per aiutare il produttore a differenziarsi dalla concorrenza. Si tratta quindi di un miglioramento, un upgrade di un prodotto già esistente. Consideriamo un prodotto di uso comune: il dentifricio. Negli anni ’70 i produttori di dentifricio ne offrivano solo di uno o due tipi: con l’avanzare della concorrenza, si sono dati da fare per rimanere “in vista” sul mercato. Questo sforzo si è tradotto nell’aggiunta di nuove caratteristiche al prodotto originario, tali da generare nel consumatore una percezione di valore. Floruro, controllo del tartaro, sbiancamento, pasta a strisce colorate, e l’elenco potrebbe

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scienziato impegnato in valutazione posturale

La valutazione posturale. Secondo step

Secondo di 5 articoli all’interno dei quali troverai quelli che secondo il mio punto di vista sono gli step da seguire per una valutazione posturale completa: consigli e spunti da mettere subito in pratica e racconti di campo. Ah, se non hai letto il primo step lo trovi qui: ora prendi carta e penna perché adesso entriamo nel vivo della seconda fase. PICCOLA PREMESSA ANCHE QUI Ti riporto una premessa fatta anche nel precedente articolo, magari sarò ripetitivo ma è sempre giusto precisare ed essere onesti con se stessi. Come dicevo: l’applicazione pratica necessita comunque di molto studio. So di dire una cosa banale ma se non studiamo bene l’anatomia, la fisiologia etc., non sapremo come e dove cominciare, quali domande fare e perché, come ragionare sul caso e, figuriamoci, risolverlo. Quindi, prima di partire con una valutazione, parti da un’autovalutazione. Fatti alcune domande: sono in grado di approcciarmi a questo caso? Ho le competenze per ragionarci su? Ho una visione ampia? In caso contrario rischi di applicare metodi o protocolli senza un perché, o di usare le stesse metodiche sia se funzionino sia se non, perché conosci solo quelle. Ragion per cui ti riporto come sempre il mio mantra:

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donna dopo tumore al seno lavora su postura

Come cambia la postura dopo un tumore al seno

Oggi si parla molto di postura, ma cosa si intende davvero con questo termine e quali relazioni può avere col tumore al seno?  Cos’è la postura È un insieme di adattamenti che il nostro corpo assume per mantenere l’equilibrio, sia in posizione statica che in movimento. La scienza che osserva la postura viene definita Posturologia: i primi a dedicarsi a questa branca della medicina alternativa, che studia il rapporto fra posizione del corpo e dolori, furono Baron (1956) e Tadashi Fukuda (1959), a metà degli anni 50, i quali introdussero i primi concetti concreti di postura, di equilibrio posturale e delle condizioni fisiologiche che lo rendono possibile. A seconda che si cammini, si stia in piedi o seduti, il corpo umano fa appello a meccanismi di equilibrio definiti recettori (porte d’ingresso), con capacità di controllare il nostro corpo. I recettori principali sono: occhi, intesi soprattutto come alterazioni della vista; bocca (apparato stomatognatico) – occlusione, masticazione e deglutizione; piedi – appoggio plantare; orecchio (apparato acustico-vestibolare) – per la gestione dell’equilibrio. La postura può però essere influenzata anche da altri fattori, definiti recettori secondari, quali il carattere di una persona, lo stato emotivo, eventuali traumi psicologici e dell’apparato scheletrico (fratture, distorsioni ecc.),

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donne in gravidanza che fanno esercizio fisico per lombalgia

L’esercizio fisico come trattamento nella lombalgia e nel dolore alla cintura lombopelvica in gravidanza

Lombalgia e dolore alla cintura lombopelvica sono disturbi che interessano le donne in gravidanza, compromettendo anche molti aspetti della loro vita quotidiana e lavorativa. Ecco, allora, come l’esercizio fisico può rappresentare una risposta. LBP e PGP LBP (dolore lombopelvico) è di solito definito come dolore tra la dodicesima costola e la piega glutea; PGP (dolore alla cintura pelvica) è definito come dolore tra la cresta iliaca posteriore e la piega glutea, in particolare in prossimità delle articolazioni sacro-iliache. Il dolore alla cintura pelvica insorge generalmente in relazione alla gravidanza, interessando il 50% delle donne sintomatiche, con un dolore più intenso e una maggiore disabilità rispetto alle donne con LBP in gravidanza. L’eziologia e la patogenesi della PGP non sono chiare e probabilmente multifattoriali, comprese di fattori psicosociali. Le cause possono includere anche: aspetti ormonali e biomeccanici controllo motorio inadeguato stress sulle strutture dei legamenti aumento delle forze di taglio attraverso le articolazioni pelviche, data l’instabilità del bacino. Sono stati associati anche un’alterazione della strategia di stabilizzazione lombopelvica, pertanto modelli di controllo motorio alterati possono essere un possibile meccanismo per il dolore e la disabilità nelle pazienti con PGP persistente, dovuti alla riduzione della funzione muscolare, livelli bassi di resistenza muscolare del tronco

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ragazzo che pratica esercizio fisico nel sonno

Sonno ed esercizio fisico: le ultime evidenze scientifiche

In questo articolo andremo ad approfondire l’interazione tra il sonno e l’esercizio fisico attraverso le evidenze scientifiche. Non sempre quello che si dice o si sente rappresenta una verità assoluta. In questo caso tra sonno ed esercizio fisico vi è un rapporto bidirezionale! Una migliore qualità del sonno migliora la performance? Oppure una buona attività fisica migliora la qualità del sonno?  Cosa succede durante il sonno Negli esseri umani, il sonno è un comportamento omeostatico controllato dallo stato di riduzione del movimento e della reattività sensoriale. Il processo del sonno è considerato critico sia per la funzione cognitiva che per quella fisiologica. Nonostante questa importanza la ragione per cui gli esseri umani dormono rimane equivoca, se non fortemente dibattuta. Recenti studi hanno dimostrato che il sonno regola i meccanismi molecolari chiave (cioè trascrizionali delle proteine di regolazione) e che ricopre un ruolo fondamentale nell’omeostasi metabolica. Mentre la durata e la qualità del sonno è manipolata da numerosi fattori ambientali, tra cui la luce, il jetlag e la nutrizione, è stato anche dimostrato di essere influenzato da tratti genetici. Nonostante la complessità che circonda la necessità, la logica e il risultato del sonno, apparentemente deve servire ad uno scopo importante per

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persona con diabete di tipo 2 che fa esercizio fisico

Il ruolo essenziale dell’esercizio nella gestione del Diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2 è uno dei maggiori oneri per la salute pubblica e l’economia del XXI secolo. Ecco, allora, come prevenire e migliorare la qualità di vita dei malati con l’esercizio fisico. Introduzione Recenti statistiche dei Centers for Disease Control and Prevention indicano che il diabete colpisce 29,1 milioni di persone negli Stati Uniti, e la International Diabetes Federation stima che gli effetti del diabete siano di 366 milioni di persone in tutto il mondo. Vi sembrano pochi?   Poiché questi numeri scioccanti continuano ad aumentare, il costo della cura dei pazienti diabetici sta mettendo a dura prova le economie di tutti i Paesi del mondo. Al fine di gestire al meglio e curare una malattia su scala mondiale, gli approcci devono essere efficaci, sostenibili, scalabili e smart. Di tutte le opzioni terapeutiche disponibili, tra cui molteplici nuovi farmaci, chirurgia bariatrica e anche quello nutrizionale, l’esercizio fisico, come parte di un approccio di stile di vita sano e attivo, è una strategia che soddisfa tutti quegli aspetti sopradescritti. I benefici dell’esercizio fisico per la salute hanno una storia lunga, già dai tempi di Ippocrate, il padre della medicina scientifica, che fu il primo medico a riconoscere il valore dell’esercizio

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ragazzo in palestra con disturbo dismorfismo muscolare e ortoressia

Disturbo del Dismorfismo Muscolare e Ortoressia: le “nuove patologie”

Visione del Laureato in Scienze Motorie e dello Psicologo dello Sport I disturbi alimentari oggi non colpiscono solo donne e adolescenti: il Disturbo del Dismorfismo Muscolare e l’Ortoressia sono patologie nuove, da comprendere e studiare. Ecco il punto di vista dello Scienziato Motore e dello Psicologo dello Sport. Introduzione Generalità sui Disturbi del Comportamento Alimentare Secondo la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SISDCA), questi disturbi nel nostro Paese colpiscono ogni anno 85000 persone. I numeri sono approssimativi perché non è semplice ottenere una stima precisa. La diffusione di questi, infatti, può avere valori poco indicativi nella popolazione generale ma tassi molto alti in popolazioni specifiche.  Ne soffrono, ad esempio, 10 adolescenti su 100. La fascia compresa tra i 15 e i 19 anni è tradizionalmente quella più a rischio, ma negli ultimi anni l’età in cui compaiono i primi disturbi si sta abbassando. Sono sempre più numerosi casi di bambini che soffrono già intorno agli 8-9 anni ma anche i casi che riguardano gli adulti over 40. Secondo una ricerca seguita dall’ABA, Associazione Italiana per la cura e la prevenzione di Anoressia e Bulimia, il 95,9% delle persone affette sono donne. Questo rapporto si sta

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atleti sottoposti a monitoraggio carico esterno e interno

Il monitoraggio del carico esterno e interno – Parte 2

Continua il nostro approfondimento sul monitoraggio del carico esterno e interno, un argomento caldo e spesso sottovalutato. Se hai perso la prima parte, la trovi qui! MONITORAGGIO DEL CARICO INTERNO Il carico interno viene monitorato valutando la risposta fisiologica e psicologica al carico esterno, ed esempi specifici includono misurazioni quali: la frequenza cardiaca i punteggi sulla scala RPE (Rate of Perceived Exertion) o questionari relativi agli stressors psicologici. Sebbene carico esterno ed interno vadano sempre valutati congiuntamente, il monitoraggio del carico interno rappresenta un migliore indice della risposta adattativa scatenata nell’organismo da uno o più carichi esterni. Ad oggi, siamo ancora molto lontani dal valutare il carico interno attraverso un’unica modalità di rilevazione, per cui questo tipo di carico dovrebbe essere valutato con un approccio olistico. Alcune delle strumentazioni ad oggi disponibili per la valutazione dei diversi parametri rappresentativi del carico interno sono però ingombranti, invasive, e a volte parecchio care da un punto di vista economico, così da risultare difficili da impiegare nella pratica quotidiana. L’abilità di quantificare il carico interno è di fondamentale importanza in quanto permette ad allenatori, preparatori atletici e addetti ai lavori di oggettivare le conseguenze dei carichi esterni e dei programmi di allenamento su

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atleta sottoposto a monitoraggio carico esterno e interno

Il monitoraggio del carico esterno e interno – Parte 1

Dall’antica Grecia a oggi: quanto sono cambiati i metodi per il monitoraggio del carico esterno e interno? Quali sono i più affidabili? Lo vediamo in questo approfondimento in due parti. INTRODUZIONE Nella moderna programmazione dell’allenamento la vera ossessione da parte di allenatori, preparatori, e addetti ai lavori è rappresentata dagli stimoli da utilizzare al fine di massimizzare le prestazioni dei propri atleti. Così, il trattato che ci apprestiamo a descrivervi è stato sviluppato con l’intento di sviscerare le caratteristiche di quello che ad oggi, nel mondo del training, è conosciuto con il termine di “carico di allenamento”.  Si tenterà quindi di descrivere lo stato dell’arte nell’ambito del monitoraggio sia del carico esterno che di quello interno, commentandone anche quelle che sono le reali caratteristiche delle varie strumentazioni e tecniche in termini di: validità riproducibilità tempo valore economico preparazione da parte dell’operatore relative limitazioni d’uso.  Una sezione specifica sarà dedicata anche alla direzione che dovrà prendere la scienza dello sport nei prossimi anni, in modo da colmare quelle lacune che non ci permettono di comprendere al meglio come oggettivare la seduta di allenamento e lo stato funzionale in cui si trova l’organismo umano. Ogni volta che l’allenatore parla attraverso serie, ripetizioni,

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anziani che praticano Nordic walking

I benefici del Nordic Walking per gli anziani

Hai mai sentito parlare di Nordic Walking? Sicuramente sì. Eppure forse non conosci tutti i benefici che questa disciplina può avere sugli anziani. Cos’è il Nordic Walking Il Nordic Walking, anche detto Camminata Nordica, è un tipo di attività fisica relativamente semplice, che può essere praticata dalla maggior parte delle persone: consiste in una camminata a passo svelto, ma con l’uso aggiuntivo di due bastoni che caratterizzano proprio quest’attività, il quale utilizzo richiede una tecnica ben precisa. Nasce in Finlandia negli anni ’30 dal bisogno degli sciatori di fondo professionisti di continuare i propri allenamenti, anche in assenza di neve sul terreno. Da qui si è scoperto che allenarsi camminando con dei bastoni dava loro alcuni benefici in termini di preparazione, in particolare al sistema cardiocircolatorio e muscolare in generale. In Italia inizia ad essere praticato intorno agli anni ’60 e la sua popolarità cresce nel corso degli anni, nei quali vengono progettati bastoni sempre più specifici e formalizzate delle vere e proprie tecniche d’allenamento. Le caratteristiche del Nordic Walking Quello che caratterizza quest’attività è l’uso dei bastoni durante la camminata, che permette di ridurre una parte del peso che viene di solito spostato dalle articolazioni della parte inferiore del

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ragazza impegnata nella propedeutica kettlebell swing

Teaching for success: propedeutica e correzione per il Kettlebell Swing

Nel rapporto col cliente, è fondamentale avere il giusto approccio e la giusta tecnica di teaching: vediamo il caso del Kettlebell Swing. Quanto è importante saper insegnare Essere competenti  nel mondo lavorativo significa avere un bagaglio di skill e ability ampio, che nel nostro lavoro si traduce in una conversione da teoria a pratica. Questo presuppone il fatto di “praticare” e “sbagliare” con costanza anche su noi stessi: inutile insegnare quello che non sappiamo mettere in atto. Oltre a questo aspetto prettamente intrapersonale, vi è una seconda sfera interpersonale che si traduce in comunicazione, relazione e trasferimento di competenze nel soggetto che alleniamo, nel cliente. Quest’ultima è formata da due categorie: relazionale e comunicativa, che si basa sul “saper dire”; experience-drill,  che si basa su “insegnare ed aiutare a fare”. Entrambe le categorie le possiamo racchiudere nell’arte del TEACHING. Esercitazioni scalate, propedeutiche, esercizi correttivi sono il mezzo secondo il quale è possibile insegnare in maniera smart e immediata, e si pongono come requisito essenziale nella definizione di professionalità. TEACHING STEP BY STEP Insegnare un esercizio richiede l’esposizione dello stesso, secondo un principio che definisco “step by step”, aumento progressivo della difficoltà. Potrebbe sembrare un’ovvietà, tuttavia spesso è un concetto che viene bypassato,

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allenamento funzionale ad alta intensità

Allenamento funzionale ad alta intensità (HIFT): effetti di 8 settimane sul controllo della glicemia e sulla composizione corporea nei soggetti obesi

Il diabete rappresenta un problema serio nel mondo contemporaneo, e l’obesità è uno dei maggiori fattori di rischio. Vediamo, allora, quali sono gli effetti dell’allenamento funzionale ad alta intensità sul controllo della glicemia e sulla composizione corporea negli adulti in sovrappeso ed obesi.   L’allenamento funzionale ad alta intensità come strategia di prevenzione Poiché i costi sanitari attribuibili al diabete continuano ad aumentare, è indispensabile esaminare nuovi approcci per prevenire questa malattia cronica. Il Diabetes Prevention Program (DPP) ha dimostrato che un intervento sullo stile di vita riduce significativamente l’incidenza cumulativa del diabete vicino al 60%, rispetto al 30% in un gruppo che utilizza solo farmaci (metformina). Lo studio DPP ha anche dimostrato che gli interventi sullo stile di vita, i quali includono attività di intensità moderata e modifiche dietetiche, hanno successo nel ridurre il peso corporeo di oltre 4 kg rispetto ai gruppi delle persone che assumono farmaci. Inoltre, quelli nel gruppo stile di vita hanno avuto risultati simili, se non migliori, relativamente ai marcatori diabetici, rispetto a quelli nel gruppo di trattamento e di controllo per un periodo di quattro anni. Pertanto, possiamo teorizzare che i programmi sullo stile di vita possano essere più adatti a prevenire lo sviluppo

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pallavoliste a rischio disfunzioni pelviche

La prevenzione delle disfunzioni pelviche nelle giovani pallavoliste

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato una correlazione tra lo sport, in particolare la pallavolo, e lo sviluppo di disfunzioni del pavimento pelvico.  A causa dell’asimmetria del gesto sportivo e dell’alto impatto al suolo, a causa dall’altissimo numero di salti effettuati durante l’allenamento o la partita, il pavimento pelvico delle atlete di pallavolo è particolarmente esposto a disfunzioni lievi che con il tempo, però, possono aggravarsi. Nello studio “Risk of pelvic floor dysfunctions in young athletes” è stato somministrato a 105 giocatrici di pallavolo un questionario, auto-compilato, composto da quattro domini principali (dati personali e anamnesi medica, incontinenza urinaria, disturbi urinari e giudizio sul questionario). Nei risultati, su un totale di 105 atlete, gli autori hanno osservato che il 65,7% aveva riportato almeno un sintomo di incontinenza urinaria da stress (SUI) e/o urgenza, durante lo sport o in situazioni di vita quotidiana. Lo scopo di questo articolo è di sottolineare l’importanza di un adeguato lavoro sul pavimento pelvico femminile nelle giovani pallavoliste. Avere un pavimento pelvico sano permette di mantenere alti range di qualità di vita. Il pavimento pelvico  Il pavimento pelvico è formato da tre strati muscolari: superficiale, intermedio e profondo. Lo strato superficiale è formato dai muscoli bulbocavernosi (o

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ragazza con problemi alla cistifellea che fa attività fisica

Cistifellea, obesità e attività fisica

In questo articolo parleremo della correlazione tra cistifellea, obesità e attività fisica. L’obesità è correlata a malattie della cistifellea? E l’inattività fisica?  Continua a leggere e vediamo cosa dicono le evidenze scientifiche. LA CISTIFELLEA  La cistifellea è un organo gastrointestinale situato nella giusta regione ipocondriale dell’addome. Questa sacca intraperitoneale si trova all’interno di una fossa formata tra gli aspetti inferiori del lobo destro e quadrato del fegato. La funzione primaria della cistifellea è di concentrare e immagazzinare la bile. Dopo i pasti, la cistifellea è vuota e piatta, come un palloncino sgonfio. Prima di un pasto, la cistifellea può essere piena di bile e delle dimensioni di una piccola pera. La bile è un liquido giallo-verdastro prodotto dal fegato allo scopo di facilitare la digestione e l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili, e neutralizzare l’acidità del chimo proveniente dallo stomaco; viene rilasciata dalla cistifellea, in risposta alla colecistochinina, nell’intestino tenue attraverso dotti.  Sono solo questi i compiti svolti dalla cistifellea?  La cistifellea sembra influenzare il metabolismo del corpo intero, attraverso meccanismi diretti ed indiretti, regolando il turnover degli acidi biliari circolanti (BAs) e la secrezione di ormoni metabolicamente attivi, rispettivamente. PATOLOGIE DELLA CISTIFELLEA La malattia della cistifellea è una delle malattie gastrointestinali più diffuse

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consultant motor skills e atleta in palestra

Consultant Motor Skills: il Broker della motricità

Il mondo del lavoro è duro per tutti, anche per i Laureati in Scienze Motorie. Ti racconto la mia esperienza e come ho trovato la mia strada come Consultant Motor Skills. Il Laureato in Scienze Motorie e il suo positioning Il mondo del lavoro ci offre continuamente ostacoli e barriere da superare, molto spesso in ambito occupazionale e di posizionamento all’interno del mercato. Discorso che riguarda da vicino anche il nostro settore, quello delle Scienze Motorie. Il collocamento occupazionale non è sempre scontato, anzi, tra la mancanza di un riconoscimento ufficiale della figura e la continua lotta ai “brevettati” dai corsi di formazione del weekend aperti a tutti, la realtà diventa un incubo. In particolare nel contesto in cui opero, quello della Motricità di Base e dell’Attività motoria nell’età Evolutiva, lo scenario è quello presentato di qui a poco, del tutto simile ma con le dovute distinzioni, a quello di altri micro-settori del nostro mondo. Se nei corsi minori, relativamente all’età dei bambini, inizia ad esserci un buon impiego di Laureati e Laureandi in Scienze Motorie – vedi corsi di Motricità di base 2-5 anni, corsi pre-sportivi, corsi sportivi di base 6-8 anni (seppur in molti casi con rimborso economico

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dieta per dimagrimento

La vera dieta per il dimagrimento

La dieta per dimagrimento è il cruccio di molti.  Un po’ perché l’accettazione della propria immagine corporea diventa sempre più difficile, a causa dei canoni altissimi imposti negli ultimi anni dai social, un po’ perché con i ritmi attuali, in cui si è frenetici da sedentari, ingrassare è molto semplice.  Certe volte, per capire davvero cosa sta accadendo, farsi delle domande apparentemente semplici risulta davvero necessario.   Perché si ingrassa? Il peso corporeo può essere visto come il risultato finale della complessa interazione tra geni ed influenze ambientali. Il patrimonio genetico non è necessariamente la causa dell’aumento ponderale, ma in presenza di forti influenze ambientali può essere responsabile di un’aumentata suscettibilità, che può contribuire significativamente  ad abbassare la soglia del suo sviluppo e a generare una variabilità dell’aumento ponderale tra soggetti che giornalmente assumono la stessa quantità calorica in eccesso. Anche la razza risulta contribuire alla generazione di piccole differenze nel metabolismo basale tra le persone.     Inoltre, riguardo la sfera psicologica, generalmente si mangia per 2 motivi. Il primo è per fame reale, che ci permette di mantenere un’adeguata assunzione di cibo per ottenere l’energia da utilizzare per i processi vitali del nostro organismo. L’altro è per soddisfare

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ragazzo che torna ad allenarsi in palestra

Tornare ad allenarsi: i nostri consigli

La quarantena ha dettato uno stop forzato all’esercizio fisico in palestra e, per coloro che si allenavano con sovraccarichi e provengono dal settore forza e ipertrofia, è stato un periodo abbastanza negativo sotto il punto di vista prestazionale e dell’allenamento. Naturalmente, chi è appassionato dell’esercizio ha continuato a lavorare con i cosiddetti “HomeWod”, adattati e per lo più lavori in bodyweight. Il calo è fisiologico, sia per quanto concerne la sezione trasversa del muscolo, che per l’aspetto di forza. II secondo ne avrà certamente risentito maggiormente, visto l’aspetto prettamente neurale.  Inutile ripetercelo, la forza si condiziona in palestra e con carichi submassimali! Quando tutto sarà passato, torneremo in palestra e la domanda sorge spontanea: “Come riparto?” RE-GETTING STARTED Sia chiaro, il ritorno all’allenamento per gli atleti agonisti è diverso da quello della persona comune, tuttavia non tutti i Personal Trainer e Strength Coach hanno la possibilità di allenare atleti di alto livello. Il maggior numero di persone che frequenta le nostre palestre sono “soggetti comuni”, hanno un lavoro, stress e tempo limitato per l’allenamento. Nel mondo dello Strength&Conditioning, con la parola “condizionamento” si intende anche un programma di Getting Started, di inzio attività. Nell’era Covid, ho voluto dare una nuova

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ragazzo con addiction che pratica esercizio fisico

Educazione fisica e addiction: uno studio

Combattere l’addiction con l’educazione fisica: questo l’oggetto di indagine di una ricerca che ti raccontiamo proprio in questo articolo. L’addiction in Italia In Italia il 22% degli adulti (15-64 anni) fa uso di sostanze psicoattive (EMCDDA, 2018).  Il consumo di droghe può portare all’esclusione sociale, manifestata da problemi familiari, problemi di salute, maggiore probabilità di disoccupazione, aumento della criminalità, ecc. (Neale, 2006). Inoltre, le persone con disturbi da addiction sembrano essere più a rischio nello sviluppare molteplici problemi di salute fisica e mentale (Adrian & Barry, 2003; Schuckit, 2006). Esercizio fisico e addiction L’esercizio fisico, che si caratterizza come un movimento corporeo pianificato, organizzato e ripetuto che mira a promuovere o mantenere la forma fisica (ACSM, 2018), attiva lo stesso pattern di ricompensa delle droghe, attraverso l’aumento delle concentrazioni di Dopamina e dei suoi recettori (Greenwood et al., 2011; MacRae, Spirduso, Cartee, Farrar e Wilcox, 1987). Altri studi hanno messo in evidenza come l’attività fisica riduca il rischio di sviluppare dipendenze in giovane età e il rischio di ricaduta (Ströhle et al., 2007), (Korhonen, Kujala, Rose, & Kaprio, 2009), modulando positivamente gli stati d’animo e l’autoefficacia (Hoffman, & Hoffman, 2008). In letteratura sono innumerevoli gli studi riguardanti gli effetti positivi

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ragazza che fa allenamento con kettlebell

Sovraccarico da quarantena e kettlebell: programmare l’allenamento

9 Marzo 2020, emergenza Covid-19, con annessa chiusura delle palestre. Nel  susseguirsi di video tutorial e allenamenti spopolati sul web, ho cercato di cogliere gli aspetti positivi, tra questi una nuova presa di coscienza da parte della gente: “esercizio fisico come salute, anti-depressivo e un buon metodo per impiegare il proprio tempo libero”. Insomma, in quarantena abbiamo unito l’utile al dilettevole:  “Mi muovo, sto bene e passo il tempo!” Oltre a tutto ciò, vi è stata una corsa all’acquisto e all’accaparrarsi i piccoli attrezzi da HomeWod, ormai si dice così. Elastici, manubri, piccoli bilancieri e kettlebell. Certamente l’attrezzo più utilizzato e acquistato è stata la cannon ball with handles: ne  ho consigliati tanti, molti mi hanno chiesto dove trovarli ed effettivamente su Amazon sono spariti o avevano prezzi esorbitanti. Tralasciando questo aspetto prettamente economico, con questo articolo vorrei esprimere alcuni punti chiave per allenare e allenarsi al meglio con questo attrezzo, che ormai spopola nelle case degli italiani. L’articolo ha lo scopo di aiutarti a stilare una programmazione di allenamento “razionale” ai tempi del Cov-19. Una programmazione con un unico obiettivo, la salute!  LA PALLA DI GHISA Tempo fa avevo scritto un articolo con le ultime evidenze sul Kettlebell: in sostanza è una

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La valutazione posturale. Primo step

COSA CI PORTIAMO A CASA Primo di 5 articoli all’interno dei quali troverai quelli che PER ME sono gli step da seguire per una valutazione posturale completa, consigli e spunti da mettere subito in pratica e racconti di campo, ovvero quelle situazioni realmente accadute nel mio studio da cui puoi trarre un vantaggio in termini di tempo. In che senso in termini di tempo?  Eh sì, perché se ti racconto cosa mi è successo, magari se un giorno capitasse a te saprai essere pronto alla situazione senza cadere nell’imprevisto. Poi ovvio, l’imprevisto può sempre capitare, e forse è proprio quello che amiamo del nostro lavoro: il continuo fascino del nuovo che all’inizio può spaventare, ma dopo averlo superato ci rende migliori. Sappi che: la valutazione inizia da subito e non finisce mai. Ogni volta che noi valutiamo, in realtà stiamo già somministrando parte della terapia. Questi sono gli aspetti che PER ME servono ad effettuare la prima parte della valutazione, che come fase reputo la più importante di tutte (chi ben comincia è a metà dell’opera). Io nella prima consulenza dedico almeno la metà del tempo totale ascoltando la persona che ho di fronte ed il mio consiglio è che

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atleta con over reaching e unexplained underperformance syndrome

Over Reaching e Unexplained Underperformance Syndrome: sintomi, segni e gestione

L’over-reaching viene, in molti casi, indotto: ma quando prende le sembianze di UPS, cosa accade? Ne parliamo in questo articolo. OVER-REACHING e UPS Gli stimoli di allenamento, se applicati correttamente, provocano un disturbo all’equilibrio omeostatico: questo squilibrio può durare diverse ore a seconda del carico di allenamento. Quando uno stimolo di allenamento supera i livelli di tolleranza dell’atleta, può verificarsi una maggiore alterazione nell’omeostasi. Questo squilibrio breve e acuto appare come affaticamento acuto e dura dalle 24 alle 48 ore. L’affaticamento acuto di solito è accompagnato da sovraccarico muscolare e provoca: indolenzimento muscolare, insonnia aumento della risposta allergenica. Quando questo è seguito da una seconda intensa sessione di allenamento, senza un adeguato periodo di recupero, si sviluppa uno stato di stimolo di sovraccarico con tensione muscolare, in cui sono presenti gli stessi sintomi dell’affaticamento acuto ma la durata è superiore alle 48 ore. Un ulteriore impegno in un intenso allenamento senza un adeguato recupero porta all’accumulo di affaticamento e alla condizione definita “over-reaching”. Questo di solito si verifica lentamente nel corso di diverse settimane. I sintomi sono simili a quelli dello stimolo di sovraccarico, ma più gravi. Inoltre, gli atleti in stato di over-reaching potrebbero osservare: un aumento della frequenza

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runner che si allena con monitoraggio biomeccanica

Che ruolo ha la biomeccanica nella prevenzione e nel monitoraggio delle sindromi dolorose del runner?

A cosa serve la biomeccanica? In questo articolo abbiamo analizzato il ruolo e il supporto che questa disciplina dà nelle sindromi dolorose del runner. Biomeccanica e movimento umano Lo studio del movimento è oggetto d’interesse da secoli: l’essere umano, da sempre, studia il proprio movimento. Da Leonardo da Vinci a Borelli, considerato da molti il padre della biomeccanica e primo studioso delle leve applicate al sistema muscolo scheletrico, che ha dato le basi per lo studio e le stipulazioni di leggi fondamentali ancora oggi, come le leggi del Moto di Isaac Newton. Per studiare il movimento dal punto di vista biomeccanico si ha la necessità di applicare modelli di meccanica classica e fisici per una analisi qualitativa e quantitativa di un movimento o di un effetto del movimento stesso: può essere quindi definita come lo studio dei principi fisici e meccanici applicati ai sistemi biologici, considerando anatomia funzionale e fisiologia articolare dell’individuo. La cinetica è quella branca della meccanica classica che studia i fenomeni relativi al moto di un corpo in movimento e le grandezze che li caratterizzano. La cinematica invece studia il moto dei corpi indipendentemente dalle cause che lo provocano o modificano. La descrizione precisa e dettagliata del

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ragazza con ovaio policistico fa esercizio fisico

Sindrome dell’ovaio policistico, obesità ed esercizio fisico

La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) è una patologia endocrina complessa molto frequente nel sesso femminile, con esordio spesso in età adolescenziale. Vediamo come si associa all’obesità e all’esercizio fisico. La patologia L’eziologia è considerata multifattoriale, tra cui obesità, genetica e stili di vita. Questa patologia provoca una disfunzione cronica dell’attività ovarica e si stima che tra il 7% e 15% delle donne nel mondo sono affette da questa sindrome, con una prevalenza maggiore tra le donne che sono in sovrappeso o obese, che risultano essere circa il 40-60% di questa popolazione, con valori di adiposità centrale elevati. Diagnosi  I criteri utilizzati per la diagnosi sono contenuti nel Rotterdam Consensus (2003) e consistono nella presenza di almeno 2 delle seguenti caratteristiche: iperandrogenismo clinico/biochimico oligo-ovulazione/anovulazione ovaio policistico (ecografia) Con l’esclusione di cause secondarie di iperandrogenismo.  Alcune condizioni caratteristiche della PCOS sono:  alterazione del ciclo mestruale obesità irsutismo acne alopecia androgenetica oligomenorrea/amenorrea (che contribuiscono all’infertilità e ad aumentare il rischio di aborto) cisti ovariche Nelle donne in cui è presente questa sindrome possono verificarsi diverse complicanze riproduttive, metaboliche e antropometriche. Queste donne hanno inoltre più probabilità di sviluppare una depressione moderata/severa, ansia e bassa autostima, rispetto a donne in salute, alterando così la loro qualità

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ragazzo che simula cuore per variabilità cardiaca

Variabilità cardiaca: un dato importante per il laureato in Scienze Motorie

In questo articolo parleremo di variabilità cardiaca (HRV): cos’è? Perché è importante per noi scienziati motori? Come possiamo utilizzarla? Le origini della misurazione HRV Nel 1733, Stephen Hales osservò per la prima volta la variazione della pressione arteriosa e la durata del tempo di battito durante il ciclo respiratorio nei cavalli. Il primo rapporto documentato della variabilità dei ritmi cardiaci è accreditato a Carl Ludwig nel 1847, quando documentò l’aritmia del seno respiratorio (RSA) utilizzando un chimografo a tamburo fumé, un dispositivo da lui inventato che permetteva la misurazione dell’attività meccanica. Utilizzando i galvanometri all’inizio del XX secolo, William Einthoven produsse le prime registrazioni continue dell’attività elettrica del cuore. All’inizio degli anni ’60, Norman Jeff Holter sviluppò un piccolo dispositivo portatile in grado di ottenere ECG ambulatoriali a lungo termine (>24 ore). Il dispositivo ha portato ad una crescita esponenziale delle informazioni relative al rapporto tra HRV e malattia. L’analisi nel dominio del tempo è stata eseguita su queste prime misurazioni ECG, mentre l’analisi nel dominio della frequenza non è esistita fino ai primi anni ’70. Il rilevamento della variabilità della frequenza cardiaca in relazione al monitoraggio delle prestazioni nelle attività fisiche è un campo relativamente nuovo che mira a

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ginocchio con artrosi che potrebbe aver bisogno di esercizi specifici

Artrosi al ginocchio: una gamma di esercizi alternativi

I numeri legati all’artrosi al ginocchio crescono ogni giorno: per questo potrebbe essere utile sfruttare un approccio terapeutico conservativo composto da esercizi alternativi. Li trovi in questo articolo. Artrosi al ginocchio e approccio terapeutico conservativo A causa della crescente prevalenza di interventi di osteoartrite (OA) e artroplastica totale del ginocchio (TKA), nel prossimo futuro sarà necessario ideare un approccio terapeutico conservativo non chirurgico, visto che il trattamento conservativo nei pazienti che hanno intrapreso un percorso motorio prima dell’intervento, ha portato a risultati migliori post intervento. Questo approccio, tuttavia, non è solo per i pazienti che dovranno sottoporsi a chirurgia perché l’esercizio fisico può portare a risultati positivi indipendentemente dalla gravità dell’OA, consentendone l’utilizzo da parte di una più ampia popolazione di pazienti.  La maggior parte degli studi precedenti che valutano l’esercizio fisico come una forma di trattamento non chirurgico dell’OA del ginocchio ha esaminato una varietà di categorie:   stretching per il ROM l’allenamento aerobico per l’apparato cardiorespiratorio l’allenamento di resistenza per aumentare la forza muscolare  l’allenamento funzionale per migliorare le attività della vita quotidiana.  È stato dimostrato che tutte le forme di esercizio migliorano i risultati dei pazienti; tuttavia, non tutti gli studi hanno un piano di trattamento standard

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donne che praticano pilates contro lombalgia cronica non specifica

Il pilates nel trattamento della lombalgia cronica non specifica

La lombalgia è un disturbo che, nella nostra società, affligge moltissime persone. Uno dei metodi per alleviarlo è il Pilates: ecco cosa ci dicono gli studi a riguardo. La lombalgia La lombalgia, a causa della sua crescente diffusione, è una sfida per il sistema sanitario oltre che un problema sociale significativo, con un’ipotesi di incidenza dell’84% circa, in aggiunta all’incidenza del 23% di quella non specifica (CNLBP). In letteratura, la lombalgia è definita come: dolore, aumento della tensione muscolare e/o rigidità con o senza dolore degli arti inferiori riferito e localizzato tra il margine costale e le pieghe inferiori dei glutei. Il carattere non specifico del dolore viene diagnosticato quando patologie (ad es. tumore, osteoporosi, stenosi del canale spinale, frattura da compressione, deformità strutturali della colonna vertebrale, infiammazioni/malattie infettive, radicolopatia lombare, sindrome di cauda equina) non sono state riconosciute. Se la durata del dolore supera le 12 settimane, viene descritta come cronica. I fattori di rischio sono: sesso femminile età stili di vita sedentari o attività fisica intensa errata sovraccarico professionale fumo obesità fattori psicosociali. Metodo di Pilates Il metodo Pilates è un concetto di esercizi per il corpo e la mente fondato da Joseph H Pilates nei primi anni

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ragazzo con psoriasi che pratica esercizio fisico

L’esercizio fisico come “farmaco naturale” per la psoriasi

L’esercizio fisico aiuta le persone a migliorare la propria vita, anche se sono affette da particolari patologie. Anche se soffrono di psoriasi. La psoriasi La psoriasi è una malattia autoimmune infiammatoria, cronica e non contagiosa, della pelle, di cui soffrono 2 milioni di italiani, ed è anche una malattia psicosomatica. Non si può guarire, ma si può contenere e farla regredire. La psoriasi può insorgere a qualsiasi età, ma solitamente compare per la prima volta tra i 20 e i 30 anni di età, con un picco tra i 50 e 60 anni. Essa tende a regredire d’estate, grazie alla maggior esposizione solare. La psoriasi si presenta sotto forma di chiazze e placche rosse, ricoperte da squame biancastre, localizzate soprattutto nelle ginocchia, nella regione sacrale, nei gomiti, nelle mani, nei piedi e nel cuoio capelluto. Una delle complicanze più della malattia è l’artrite psoriasica. Questo tipo di psoriasi interessa soprattutto le articolazioni distali e può estendersi anche allo scheletro assile. Difficoltà masticatorie, gonfiori e dolori a mani e piedi sono i sintomi più comuni del coinvolgimento articolare. La psoriasi può influenzare negativamente la salute emozionale, provocando ansie eccessive per il proprio aspetto fisico, fino alla depressione. Alla base della patologia

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manina di bambino affetto da paresi cerebrale e trattamento con attività fisica

L’attività fisica nei bambini con paresi cerebrale

Nell’articolo di oggi parliamo di un argomento delicato: i protagonisti sono i bambini affetti da paresi cerebrale. Scopriamo insieme come l’attività fisica può migliorare anche la loro vita. Introduzione La paralisi cerebrale (PC) descrive un gruppo di disturbi dello sviluppo del movimento e della postura che causano limitazioni di attività attribuite a disturbi non progressivi che si sono verificati nel cervello fetale o infantile in via di sviluppo. La paralisi cerebrale viene in genere diagnosticata tra i 18 e i 24 mesi, sebbene i sintomi possano essere presenti già da molto prima. Ricerche recenti indicano che ai bambini può essere diagnosticata una paralisi cerebrale entro i 6 mesi di età se i medici sanno quali caratteristiche cliniche ricercare. L’età della diagnosi varia in base alla gravità della disabilità (i casi più gravi tendono a essere diagnosticati in precedenza) e al sottotipo di paralisi cerebrale (spastica, atetoide/discinetica o atassica). Poiché i segni e i sintomi della paralisi cerebrale si evolvono man mano che il sistema nervoso di un bambino matura, una diagnosi può richiedere diverse ripetizioni di esami e test durante lo sviluppo. La paralisi cerebrale è la causa più comune di disabilità fisica durante la fase infantile nella maggior parte

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donna che pratica esercizio fisico contro il cancro

Esercizio fisico: alleato del cancro o della salute?

Il cancro rappresenta una delle principali cause di morte a livello mondiale. La mortalità per cancro è principalmente dovuta alle metastasi, in particolare sotto forma di tumori secondari sviluppati in organi vitali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inattività fisica sarebbe imputata come il principale fattore di rischio per la patogenesi tumorale.  Nel seguente articolo si descriveranno le forti evidenze scientifiche che suggeriscono come l’esercizio fisico, adiuvante il trattamento terapeutico-farmacologico, si dimostri una strategia efficace e sicura volta al miglioramento della patologia tumorale e degli effetti collaterali causati dal trattamento stesso (ad esempio, affaticamento correlato al cancro) sia in età adulta che in quella pediatrica.  Cancro e attività fisica: voce agli studi Secondo l’OMS, l’inattività fisica rappresenterebbe il principale fattore di rischio per lo sviluppo di cancro. In Europa, il 9-19% dei casi di cancro potrebbero essere prevenuti con l’adesione ad un costante programma di attività fisica.  Una recente meta-analisi ha sottolineato come l’esercizio fisico, sia prima che dopo la diagnosi di cancro, sia associato con una ridotta mortalità per cancro, specialmente in quello endometriale, della mammella e del colon, rispetto a quei soggetti che non modificavano i loro livelli di attività fisica. La fatica correlata al cancro (CRF) viene

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ragazza con fibromialgia che pratica attività fisica

Fibromialgia e attività fisica: studi ed evidenze scientifiche

La fibromialgia condiziona lo stile di vita di moltissime persone, soprattutto donne: ecco cosa ci dicono gli ultimi studi e le evidenze scientifiche sul ruolo dell’attività fisica per chi è affetto da questa patologia. La Fibromialgia La Fibromialgia – in inglese Fibromyalgia Syndrome (FMS) – è una disfunzione cronica caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso e persistente. Colpisce prevalentemente le donne (tra il 61% e il 90%) ed ha una prevalenza stimata del 2%-4% nella popolazione generale.  È correlata ad elevati costi socioeconomici per il sistema sanitario (visite mediche, visite specialistiche, test diagnostici, medicinali e altre terapie) e per l’ambiente lavorativo (assenteismo per malattia, ridotta produttività). I sintomi Alcuni sintomi che accompagnano la patologia sono: stanchezza insonnia rigidità mattutina depressione ansia Inoltre, frequentemente sono presenti altre condizioni come: Sindrome del Colon Irritabile cefalea febbre secchezza oculare rash cutaneo stipsi minzione frequente e dolorosa.  La Fibromialgia è stata riconosciuta come malattia dalla WHO nel 1992 ed inclusa nell’ICD-10 (International Classification of Diseases) con il codice M79. L’eziologia La sua eziologia è ancora sconosciuta. I modelli patofisiologici attuali suppongono sia dovuta ad una sensibilizzazione centrale del dolore e a deficit nei meccanismi endogeni dell’inibizione del dolore. Questa teoria è supportata dall’esistenza di iperalgesia

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anziano al parco che previene demenza con esercizio fisico

Il ruolo dell’esercizio fisico nella prevenzione della demenza

In questo articolo parliamo di una patologia in rapido aumento, la demenza, e di come l’attività fisica possa prevenirne la comparsa. La demenza La demenza colpisce 47 milioni di persone in tutto il mondo e si prevede che lo status quo salirà a 150 milioni entro il 2050 (Alzheimer’s Disease International, 2016). Tuttavia, ci sono buoni motivi per prevedere diversamente, poiché si stima che il 30-40% della demenza sia attribuibile a fattori di rischio modificabili, come fisici, cognitivi ed inattività. Si è sviluppato un intenso interesse internazionale riguardo studi clinici su larga scala mirati allo scopo di rallentare il declino cognitivo-funzionale e ritardare potenzialmente l’insorgenza della demenza. Un intervento che ritarda l’insorgenza di un solo anno potrebbe evitare 1,3 milioni di casi di demenza negli Stati Uniti entro il 2050 (Zissimopoulos et al., 2014). La chiave di tali strategie di prevenzione è quando iniziare, per quanto tempo intervenire e capire se è possibile modificare il corso di neurodegenerazione sottostante. I sintomi cognitivi emergono molti anni prima della diagnosi di demenza e generalmente c’è una transizione attraverso uno stato preclinico: Mild Cognitive Impairment (MCI). Studi di risonanza magnetica hanno dimostrato che l’atrofia dell’ippocampo è correlata con il grado di disfunzione cognitiva alla diagnosi di MCI. Brinke et al., 2015 nei loro studi hanno scoperto

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donna che misura comportamento sedentario al lavoro

Come valutare il comportamento sedentario sul posto di lavoro?

Nell’articolo analizziamo i metodi scientificamente validi per misurare il comportamento sedentario sul posto di lavoro, tra mezzi tradizionali e tecnologia. Cos’è il Comportamento Sedentario? Il comportamento sedentario (CS) è stato definito come seduto o sdraiato con basso dispendio energetico ≤ 1,5 MET ed è un fattore di rischio indipendente per la salute. Nelle società moderne industrializzate è in aumento a causa dello stile di vita che prevede ad esempio: lavorare al computer, viaggiare in auto e guardare la televisione durante il tempo libero. Tutte le cause delle malattie croniche e della mortalità sono state collegate alla sedentarietà. È stata dimostrata una relazione tra tutte le cause di mortalità e le ore di sedentarietà giornaliere, con un aumento del 2% della mortalità all’ora per giorno. Anche dopo un aumento della quantità di attività fisica, il rischio di morte persiste dimostrando che il tempo trascorso a sedere è un fattore di rischio indipendente dal livello di attività fisica. Il CS può essere misurato con metodi dichiarativi, come questionari, e metodi oggettivi, come video, strumenti tecnici o la semplice osservazione. I parametri descrittivi l’ attività fisica e la sedentarietà sono: la durata, la frequenza, l’intensità, il contesto (tempo libero, lavoro, lavoro domestico, trasporto) il

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donna incinta che fa uso di antidepressivi con rischio di diabete Mellito gestazionale

Antidepressivi in gravidanza e Diabete Mellito Gestazionale: lo studio

Quali conseguenze ha l’utilizzo di antidepressivi durante la gravidanza? C’è una correlazione con lo sviluppo del Diabete Mellito Gestazionale? Riportiamo uno studio e chiariamo qualche punto su un argomento così delicato. Il  Diabete Mellito Gestazionale (GDM) Il diabete mellito gestazionale (GDM) è una delle condizioni più importanti che interessano la gravidanza ed è definito come un’intolleranza al glucosio che si verifica appunto durante la gravidanza, diagnosticata tra la 24a e 28a settimana di gestazione. Da studi condotti in tutto il mondo sembra che fino al 20% delle donne incinte presentino GDM, con numeri che continuano a salire a causa dell’aumento della popolazione in sovrappeso e obesa. Le gravidanze con GDM sono a maggior rischio di complicanze, che possono verificarsi durante il parto (parto cesareo, macrosomia, distocia), e può predisporre i figli allo sviluppo di diabete di tipo 2 (T2D) e obesità. Inoltre le madri che hanno avuto GDM sono più a rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari nel corso della vita. L’uso di antidepressivi Gli Antidepressivi (ADs) sono comunemente utilizzati durante la gravidanza e i neurotrasmettitori come la serotonina, norepinefrina e dopamina sono i recettori della loro azione. Tra i vari effetti collaterali legati a tali farmaci vi è l’aumento del peso, con numerose ricerche in letteratura che

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metro per calcolo di composizione corporea

Composizione corporea e somatotipo: un binomio da considerare?

La valutazione della composizione corporea e del somatotipo è una delle metodiche di maggiore interesse per una corretta analisi nutrizionale. Interessante non solo per i nutrizionisti, ma anche per figure sanitarie di vario genere e professionisti del settore sportivo, tra cui spicca il Laureato in Scienze Motorie. Introduzione L’indice di massa corporea (BMI) è il parametro che viene spesso utilizzato per stimare la massa grassa di un soggetto. Tuttavia, questo parametro presenta alcune limitazioni non indifferenti, tra le quali figura il fatto che due soggetti possono avere lo stesso valore di BMI, ma una composizione corporea, in termini di tessuto adiposo e tessuto muscolare, completamente differente. Inoltre, il BMI è incapace di fornire informazioni riguardo i siti di maggiore distribuzione del tessuto adiposo, i quali sono fortemente correlati a rischio metabolico (come l’eccessivo tessuto adiposo viscerale, ad esempio). Così, per cercare di determinare topograficamente e con maggiore precisione la massa non solo grassa ma anche muscolare ed ossea, l’avanzamento tecnologico ha proposto negli anni diverse strumentazioni e metodiche capaci di venire incontro a tali esigenze. Tra queste tecniche, si citeranno: l’ecografia (US), l’analisi di impedenza bioelettrica (BIA), la tomografia computerizzata (CT), l’assorbimetria a raggi-X a doppia energia (DXA), le tecniche

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atleta che pratica mindfulness per migliorare performance nello sport

Mindfulness e performance nello sport: effetti e pratica a supporto dell’atleta

La mission dell’articolo di oggi è quella di divulgare gli effetti della Pratica Mindfulness a supporto dello sportivo e vedere gli effetti nella performance. Origini del termine e nascita della Mindfulness Il termine Mindfulness deriva dal sanscrito “sati”. Risulta difficile tradurlo riconducendolo ad un’unica parola, infatti sta a indicare, nella tradizione buddista, una facoltà che occorre coltivare come strada per giungere alla riduzione delle sofferenze umane, che sono considerate connesse ad una percezione erronea di un io individuale permanente. La Mindfulness è tra le molte forme di meditazione, considerate come l’insieme delle vie attraverso cui ci dedichiamo a disciplinare la nostra attenzione e la nostra energia, ad influenzare la qualità della nostra esperienza e a realizzare la sfera della nostra umanità e delle nostre relazioni con gli altri e con il mondo. Jon Kabat-Zinn1 la definisce come “consapevolezza, che si coltiva esercitando l’attenzione in una modalità intensa e peculiare, ossia con intenzione, nel momento presente, e senza attitudine giudicante”. Nel 1979, assieme ai colleghi del Centro per la Riduzione dello Stress, il biologo Kabat-Zinn iniziò a proporre corsi di mindfulness, nella forma del Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), a persone che soffrivano di stress, dolore, malessere e malattie e che

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atleta con spalla del nuotatore in piscina

Spalla del nuotatore: gli esercizi per la prevenzione e la rieducazione

“Spalla del nuotatore” è il termine usato per descrivere il dolore alla spalla, molto comune nei nuotatori ma diffuso anche tra i professionisti di altri sport overhead. Vediamo quali sono gli esercizi per prevenire e rieducare. La spalla del nuotatore: cos’è? Un’espressione coniata da Kennedy e Hawkins nel 1974 per descrivere una sindrome caratterizzata da dolore nella zona anteriore della spalla, causata dall’impingement ripetuto del tendine del muscolo sovraspinato sotto l’arco coracoacrominiale, causata a sua volta dall’abduzione ripetuta della spalla e dalla sua flessione anteriore durante la bracciata, in particolare negli stili libero e delfino.  Nel 1970 la prevalenza di questo dolore nei nuotatori professionisti era di circa il 3%, mentre recentemente la letteratura riporta una prevalenza di circa il 91%, diventando il più frequente infortunio muscolo-scheletrico in un nuotatore professionista, che può arrivare a causare impairments funzionale e portare alla sospensione della partecipazione alle gare. La spalla nel nuoto La spalla è un complesso che permette la maggior ampiezza di movimento rispetto a qualsiasi altra articolazione del corpo. La stabilizzazione avviene grazie a un complesso sistema legamentoso che contribuisce alla stabilizzazione primaria, mentre quella secondaria avviene grazie al sistema muscolo-tendineo. Questo meccanismo di supporto permette alla spalla di resistere

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ragazza affetta da sclerosi multipla che fa attività fisica

Sclerosi Multipla: attività fisica e diversi approcci di trattamento

Nell’articolo di oggi approfondiamo il tema del rapporto tra una patologia come la Sclerosi Multipla e l’attività fisica, osservando diversi approcci di trattamento. La Sclerosi Multipla La Sclerosi Multipla (SM) è una malattia infiammatoria autoimmune del sistema nervoso centrale, caratterizzata da demielinizzazione dovuta a infiammazione e degenerazione progressiva delle guaine mieliniche che avvolgono i nervi dell’occhio, del cervello, della materia grigia periventricolare, del tronco encefalico e del midollo spinale. Il processo causa la formazione di placche multiple (visibili attraverso Risonanza Magnetica) nella sostanza bianca del cervello e del midollo spinale, che portano alla formazione di cicatrici permanenti che causano alterazioni nella trasmissione nervosa con sintomi quali affaticamento, debolezza muscolare e alterazioni della funzione motoria. Questa patologia è la malattia neurologica più frequente tra i giovani adulti e una delle principali cause di disabilità. La presenza della SM è elevata nei paesi sviluppati: 47.000 persone sono colpite in Spagna, 600.000 in Europa e oltre 2.000.000 nel mondo (Bueno et al., 2018). La condizione viene generalmente diagnosticata in pazienti di età compresa tra 20 e 50 anni. Le donne sono colpite molto più frequentemente degli uomini e rappresentano circa i due terzi dei casi. La SM è una patologia ad eziologia non

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donna che previene diastasi addominale in gravidanza con attività fisica.

Diastasi addominale e attività fisica: le ultime evidenze scientifiche

Sono tantissime le donne che, dopo aver avuto un bambino o durante i 9 mesi di gravidanza, soffrono di diastasi addominale: ecco allora quale può essere il ruolo dell’attività fisica per questi soggetti. Diastasi Addominale: le cause La Diastasi Addominale (in inglese Diastasis Rectus Abdominis o DRA) è l’allontanamento dalla linea mediana, la linea alba, delle due parti del muscolo retto addominale. È una patologia relativamente comune e causa un impatto negativo in particolare sulla salute delle donne durante e dopo la gravidanza.  Solitamente si manifesta nel secondo trimestre della gravidanza e interessa dal 66% al 100% delle donne incinta durante questo periodo, mentre in circa il 50% si manifesta successivamente al parto. Tra le cause vi sono: l’effetto degli ormoni, come progesterone ed estrogeni lo stress meccanico che subisce la parete addominale durante la crescita del feto il movimento degli organi addominali, che provocano cambiamenti al tessuto connettivo e alla sua elasticità. La diagnosi Generalmente, il medico diagnostica la diastasi tramite un esame obiettivo. Il segno caratteristico della diastasi addominale è un rigonfiamento che si forma in corrispondenza della linea alba e che va dallo sterno al pube, visibile in particolare con il paziente in posizione supina. È considerata fisiologica

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donna con scoliosi in terapia con approccio chinesiologico

Scoliosi: le principali scuole e l’approccio chinesiologico

Oggi analizzeremo tutti gli approcci chinesiologici delle diverse scuole che trattano la scoliosi, confrontandoli e mettendo in luce punti di forza e criticità. Cos’è la scoliosi La scoliosi è un’alterazione strutturata della normale morfologia del rachide e si presenta come una curva tridimensionale che si sviluppa sul piano frontale, sagittale e trasversale, pari o superiore a 10 gradi Cobb nella regione cervicale, toracica o lombare. Le curve sono generalmente descritte da una “S” o una “C” e possono causare dolore anche quando si è semplicemente in ortostasi, quando si cammina o si sollevano dei pesi, perché spesso accompagnata da una riduzione del movimento. La scoliosi idiopatica adolescenziale (AIS) è la “solita” diagnosi fatta nei bambini che presentano una curva compresa tra 10 e 50 gradi Cobb, la cui causa è sconosciuta e negli Stati Uniti colpisce dall’1-3% degli adolescenti. Il trattamento della scoliosi è nella maggior parte dei casi di tipo “conservativo” e si modella in base all’età del paziente, alle dimensioni della curva e al rischio di progressione della malattia, cercando di evitare l’intervento chirurgico in cui si corregge la deformità spinale con procedure non esenti da rischi. L’esercizio fisico specifico per la scoliosi (PSSE) con o senza il

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atleta che pratica motociclismo e fa allenamento dedicato.

L’allenamento nel motociclismo: il vademecum che mancava

Chi pratica motociclismo ha bisogno di un allenamento dedicato? Nel pensiero comune no, perché non si tratta di uno sportivo. Eppure questo articolo rovescerà le convinzioni di molti. Introduzione Una tesi comunemente sostenuta riguardante il mondo dei motori, sia a quattro che a due ruote, è che il pilota del resto non sia poi un vero e proprio atleta. Nel seguente articolo perciò si analizzerà nella fattispecie il modello prestativo del motociclismo e si valuterà, di conseguenza, se il pilota abbia bisogno di programmare il proprio allenamento ed eventualmente con quali metodi e contenuti. Per raggiungere tale obiettivo si è cercato di sviscerare quello che ad oggi è presente in letteratura internazionale riguardante il motociclismo e l’allenamento.  Il risultato di tale ricerca è stato assolutamente povero, sottolineando in letteratura internazionale la presenza di enormi lacune sotto il punto di vista della programmazione dell’allenamento per la disciplina considerata. I piloti, come vedremo, devono allenarsi, ma mentre nel calcio, o nel basket, o come anche nel rugby esistono metodi di valutazione, programmazioni, metodi e contenuti specifici per la disciplina sportiva praticata, pare che nel motociclismo la specificità in tutte queste classi non sia stata ancora soddisfatta. Così, l’obiettivo dell’elaborato sarà quello di

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ragazze in età evolutiva giocano a basket

Basket nell’età evolutiva: obiettivi della formazione e dell’allenamento

In questo articolo analizzeremo l’allenamento del basket in età evolutiva, andando a esaminare gli obiettivi della formazione e dell’allenamento secondo fasce d’età. Introduzione: il gioco del basket La pallacanestro, o basketball, è uno sport nato negli Stati Uniti d’America, inventato a Springfield nel 1891 da James Naismith, professore di educazione fisica e dottore di origine canadese. Il basketball viene definito come: uno sport di squadra in cui due formazioni di cinque giocatori ciascuna si affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo una serie di regole prefissate. È inoltre uno sport di situazione, in quanto sono richiesti continui adattamenti e risposte a stimoli di diversa natura. La pallacanestro trova la sua massima notorietà nel suo paese d’origine, dove le squadre, divise per franchigie, giocano nella NBA (National Basketball Association). Questo gioco conta inoltre un cospicuo numero di regole, motivo per il quale l’insegnamento di questo sport deve essere il più chiaro e preciso possibile, soprattutto in età infantile. Alcune delle capacità fondamentali per il basket sono la coordinazione, la capacità di anticipazione e una profonda propriocezione. La teoria qualitativa dell’allenamento Generalmente l’allenamento è un processo che produce un cambiamento di stato: in particolar modo l’allenamento sportivo consiste nella preparazione intellettuale, psichica, fisica, tecnico-tattica e

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